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Mafia, retata a Menfi: otto fermi - Nomi e foto

AGRIGENTO. L'inchiesta che ha portato al fermo di 8 persone fra Menfi e Sciacca venne avviata nel maggio del 2014. I carabinieri negli ultimi due anni si sono concentrati sulle attività criminose del mandamento del Belice ed, in particolare, della famiglia mafiosa di Menfi e suoi contatti intrattenuti con Leo Sutera detto "il professore", ritenuto fra il 2010 e il 2012 il capo della provincia di Agrigento e con Pietro Campo, esponente della famiglia di Santa Margherita Belice.

Le riunioni e gli incontri fra i coinvolti nell'operazione avevano luogo all'interno di autovetture, appartamenti di proprietà degli indagati e in casolari di campagna ed erano caratterizzati da rigidi protocolli di sicurezza per eludere eventuali attività di controllo investigativo.

I fermati sono: Vito Bucceri, inteso "Bucittuni", 44 anni, ritenuto il capo della locale famiglia mafiosa; Pellegrino Scirica, 61 anni , medico di base; Tommaso Gulotta, 51 anni; Matteo Mistretta, 31 anni; Vito Riggio, 47 anni; Giuseppe Alesi, 46 anni, e Cosimo Alesi di 51 anni. Tutti di Menfi. Sottoposto a fermo anche Domenico Friscia, 53 anni, di Sciacca.

Bucceri, che viene ritenuto dai carabinieri e dalla Dda al vertice della famiglia di Menfi, si avvaleva, secondo l'accusa, di un collaudato e fedele numero di collaboratori in grado di costruirgli attorno un circuito relazionale che tentava di blindarlo evitando le indagini. "Scirica, medico di base - prosegue la ricostruzione dei carabinieri -, non esitava a mettere a disposizione il proprio studio professionale per lo svolgimento di incontri riservati tra i componenti del gruppo, così consentendo la veicolazione di messaggi e indicazioni tra i componenti del gruppo ed altri esponenti di famiglie mafiose dei territori limitrofi".

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