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Favara, "non si accorse del tumore": medico condannato

FAVARA. Cinque mesi di reclusione (pena sospesa) oltre alla condanna al risarcimento del danno ai familiari della vittima con una provvisionale, vale adire un anticipo da pagare subito, di 20mila euro. Questa la decisione del giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Luisa Turco, che ieri pomeriggio ha emesso la sentenza del processo a carico di un dermatologo favarese, Giuseppe Vitello, imputato di omicidio colposo. Il sanitario era accusato di avere scambiato una massa tumorale per una banale escrescenza prescrivendo al proprio cliente una cura con farmaci. Vitello, secondo il giudice, avrebbe provocato la morte di Vincenzo Arancio, dipendente di un ristorante, deceduto il 20 agosto del 2010.

L' uomo, sposato con tre figli, aveva 50 anni. Il giudice, pur infliggendo una condanna inferiore, ha accolto la richiesta del pubblico ministero Elenia Manno che, al termine della requisitoria, aveva proposto una pena di un anno e quattro mesi di reclusione. Vitello, difeso dagli avvocati Giuseppe Barba e Diego Galluzzo, non si sarebbe accorto della patologia tumorale "tranquillizzando il paziente - aveva ricostruito il pm nel suo intervento conclusivo - e sottolineando che non era nulla di grave".

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