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Demolizioni a Licata, rimossi i blocchi "umani": ripartono le ruspe

LICATA. Sono stati rimossi nella notte i blocchi 'umani', compresi numerosi bambini, che fino a ieri sera impedivano la demolizione di una villetta abusiva, di Torre di Gaffe a Licata, da radere al suolo. Decine di persone per bloccare forze dell'ordine e le ruspe si erano anche sdraiate sull'asfalto. All'alba di oggi le strade erano sgombere, e sono stati avviati i lavori di demolizione.

Ieri il procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, e l'aggiunto Ignazio Fonzo avevano annunciato l'avvio di un'inchiesta e ribadito l'obbligo di abbattimento immediato della struttura abusiva: "la legge va rispettata - hanno detto - le demolizioni vanno eseguite per effetto di sentenze passate in giudicato. Sono 15 gli immobili, realizzati in aree con il vincolo di inedificabilità, passate di proprietà al Comune, da abbattere in questa prima fase.

Le demolizioni dovranno farsi in virtù del protocollo di intesa che il sindaco, Angelo Cambiano, ha siglato lo scorso 7 ottobre con la Procura di Agrigento.

Ieri, il muro umano, composto anche da bambini, per bloccare la demolizione della villetta abusiva di Torre di Gaffe, oggi, i proprietari, in autonomia, hanno avviato le demolizioni dell'immobile di 150 metri quadrati. A dare la comunicazione formale a Comune e Questura è stata la stessa ex intestataria della casa: Marcella Mazza, 54 anni, di Palma di Montechiaro (Ag). Ex intestataria perché la villetta, dopo la sentenza definitiva, è rientrata fra i beni del Comune di Licata.

"Probabilmente si sono resi conto che lo Stato, attraverso i suoi organi, non consentiva alcuna forma di cessione in favore delle illegittime pretese formulate. Non ci sono possibilità di sanatoria, anzi ci sono sentenze passate in giudicato".

Lo dice il procuratore capo di Agrigento, Renato Di Natale, analizzando l'inversione di comportamento nel rione balneare di Torre di Gaffe a Licata (Ag) dove ieri le demolizioni degli immobili abusivi sono state bloccate da un autentico muro umano ed oggi, invece, gli ex intestatari stanno procedendo, in autonomia, a radere al suolo una villetta di 150 metri. "E' probabile che le spinte esterne che ci sono state per fomentare i disordini - spiega Di Natale - si siano placate perché appunto è stato capito che non c'erano spazi. Ha inciso, naturalmente, la fermezza del questore e delle forze dell'ordine. E tutti hanno, dunque capito, che era inutile questo tipo di resistenza che piuttosto avrebbe portato altri danni, ossia ad inchieste, a denunce ed arresti, oltre alla demolizione delle case".

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