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Il delitto di Teresa Costanza, gli interrogativi e i dubbi del padre

FAVARA. A quasi un anno dall’omicidio di Teresa Costanza e del suo fidanzato avvenuto nel piazzale antistante a una palestra di Pordenone, le lunghe e laboriose indagini hanno portato all’arresto di un commilitone di Trifone Ragone e della sua ragazza la quale, però, ha goduto degli arresti domiciliari.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale di Pordenone Alberto Rossi che ha accolto la richiesta di arresti inviata circa un mese fa dai pubblici ministeri Matteo Campagnaro e Pier Umberto Vallerin. Su gli ultimi eventi che hanno portato in carcere il sottufficiale dell’esercito Giosuè Ruotolo, l’emittente televisiva locale “SiciliaTv” ha contattato telefonicamente il papà di Teresa, Rosario Costanza, un imprenditore che per trovare migliori opportunità di lavoro è stato costretto ad emigrare nel nord Italia. Non ha mancato di ringraziare magistrati e forze dell’ordine che hanno lavorato con grande dedizione e pazienza per scoprire chi ha deciso di spezzare le vite di due giovani che stavano vivendo un grande sogno di amore.

Il papà di Teresa ha ammesso di non riuscire a capire il movente dell’efferato delitto non avendo dubbi sulla solarità di sua figlia e del fidanzato. Ha ricordato i momenti immediatamente successivi all’omicidio e come lo stesso Giosuè avrebbe cercato di confortare le famiglie colpite dalla tragedia. Nel processo che vedrà imputati il ventiseienne militare e la fidanzata di due anni più giovane, la famiglia Costanza si costituirà parte civile.

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