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Operaio morto sul colpo in cantiere, interrogatori al via ad Agrigento

La Scientifica ha esaminato a lungo l'asse di legno mancante su quel ponteggio, l'asse che avrebbe improvvisamente ceduto quando Vitello vi ha messo i piedi sopra

AGRIGENTO. Cominceranno domani, o molto più probabilmente dopodomani, gli interrogatori - da parte della polizia di Stato e dell'Ispettorato del lavoro - del titolare dell'impresa edile e dei colleghi di Antonio Vitello, il cinquantacinquenne di Favara, morto sul colpo dopo l'incidente sul lavoro verificatosi venerdì mattina al Villaggio Mosè.

Spetterà, soprattutto agli operai presenti nel cantiere di ristrutturazione della palazzina in viale Cannatello, chiarire cosa sia effettivamente successo e perché, a quanto è apparso alla Scientifica della Questura di Agrigento, il lavoratore cinquantacinquenne non fosse ancorato, visto l'altezza alla quale prestava attività, ad una cintura di sicurezza.

La Scientifica ha esaminato a lungo l'asse di legno mancante su quel ponteggio, l'asse che avrebbe improvvisamente ceduto quando Vitello vi ha messo i piedi sopra. E non è escluso che nei prossimi giorni, i poliziotti tornino ad effettuare un nuovo, mirato, sopralluogo. Ieri mattina, la polizia di Stato ha consegnato i primi incartamenti, ossia le primissime relazioni, al sostituto procuratore Alessandra Russo che è il titolare del fascicolo di inchiesta subito aperto dalla Procura della Repubblica.

Adesso, verosimilmente domani, sarà il Pm a delegare il tipo di audizioni che dovranno essere fatte. Sempre al sostituto procuratore spetterà firmare il nulla osta per il rilascio della salma - che al momento si trova all'obitorio dell'ospedale "San Giovanni di Dio" - dello sfortunato operaio. Il cinquantacinquenne è, infatti, precipitato proprio nella parte libera del prospetto, ossia laddove sotto il ponteggio non c'erano i balconi. Balconi che invece avrebbero potuto arrestare la caduta e probabilmente anche salvare l'operaio.

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