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Gettonopoli in tv, Firetto: "Usato un atteggiamento inappropriato"

AGRIGENTO. «Riconosco di aver utilizzato, in occasione dell'intervista trasmessa a Ballarò, toni ed atteggiamenti inappropriati, come non mi è solito fare. Né mi può servire da attenuante l'atteggiamento del giornalista il cui unico obiettivo era quello di farmi rientrare nel pregiudizio che si era costruito».

È con queste parole che il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, ha cercato di smorzare - direttamente su Facebook, laddove s'era innescato - il vespaio di agguerrite polemiche. «Ballarò», la trasmissione di Rai 3, lo scorso martedì sera, aveva trasmesso un servizio giornalistico sul "caso" delle 1.133 commissioni consiliari svolte nel 2014, con una spesa di 285 mila euro circa. Alla domanda del giornalista Alessio Lasta: «Costate o non costate di più dell'amministrazione precedente?», Firetto, «scivolando», si è pesantemente arrabbiato.

«I tagli e i montaggi sono stati sapientemente utilizzati - ha continuato a spiegare Firetto attraverso la propria pagina Facebook - al fine di dipingere il ritratto di una amministrazione più attenta alle proprie tasche e ai propri interessi che a quelli della città. Se così fosse, non sarei qui, - ha dichiarato - avendo rinunciato a compensi ben più consistenti, dimettendomi da deputato regionale. Voglio ancora una volta ribadire che mai in nessuna circostanza né io né nessun altro esponente della mia Giunta, abbiamo, durante la campagna elettorale, proposto la rinuncia all'indennità degli assessori e del sindaco». Firetto, nella porzione di "Speciali interviste" che è andata in onda su Agrigento tv il 26 marzo 2015 e che è stata "incollata" nel servizio giornalistico, parlava esplicitamente di gettoni di presenza per i consiglieri. «Noi pensiamo che la democrazia possa e debba avere dei costi che vanno commisurati al lavoro e alla responsabilità di ogni figura istituzionale - concludeva, sempre su Facebook, il suo intervento il sindaco di Agrigento -. Resta al cittadino, col voto, la valutazione del rapporto costi benefici».

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