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Totò Cuffaro torna nella sua Raffadali: le foto

RAFFADALI. Da Rebibbia a Raffadali. Dopo 1.780 giorni di carcere, l'ex governatore, uscito ieri dopo avere scontato 4 anni e 11 mesi anni di prigione per favoreggiamento aggravato alla mafia, è tornato nella sua città, in provincia di Agrigento, per abbracciare l'anziana madre Ida, e depositare un mazzo di fiori sulla tomba del padre.

Ad accoglierlo c'era una piccola folla, una sessantina di persone tra amici e parenti, che ha atteso per ore davanti all' abitazione, in via Rosario. Al suo arrivo un lungo applauso. "Non farò più politica attiva, mi occuperò dei diritti dei detenuti", ha ribadito Cuffaro, concetti espressi ieri subito dopo l'uscita dal penitenziario ai cronisti che lo aspettavano.

Tuttavia è pronto a dare un suo contributo: "Resto profondamente democristiano, uno moderato che ama le cose semplici: se posso portare un piccolissimo contributo di consigli a quelli che vorranno ricostruire quest'area, allora sì, c'è la mia disponibilità", spiega.

Ritiene l'attuale governatore della Sicilia "una brava persona, è contro la mafia e questo è indiscutibile", ma il suo giudizio politico è altrettanto netto: "E' inadeguato a governare la Regione, nonostante siano trascorsi tre anni non ha ancora capito quale sia la macchina amministrativa e come funziona".

E in una lettera consegnata ai sui avvocati, Cuffaro insiste: "Non voglio dare giudizi sulla politica, ma mi sembra che si stia governando 'etiam periere ruinae' (anche le rovine sono andate distrutte) e che questa non è la politica che conosco, la cattiveria è sempre più protagonista e c'è molta più ipocrisia. Sono preoccupato per la nostra terra, la mia Sicilia dove finzione e realtà si confonde fino a fondersi. Terra che non potrò mai smettere di amare".

Prima di arrivare nella casa materna a Raffadali, l'ex governatore si è fermato nell'autorimessa della ditta di autotrasporti 'Cuffaro', dove ha salutato, con parole d'affetto, i dipendenti. "Sto bene, sto bene - ha detto - Quando si ha la serenità di essere a posto con la propria coscienza e l'affetto di tante persone che ti vogliono bene si deve stare bene, c'è bisogno di star bene anche se si portano dietro cinque anni di grande sofferenza. La sofferenza, secondo Manzoni, era il principio della redenzione. Prendiamola così".

Un vecchio amico d'infanzia gli ha regalato una moto Morini, 150 di cilindrata, del 1972. "E' pronta per fare un giro del paese così come quando avevamo 16 anni", dice commosso il farmacista di Raffadali, Mimmo Arcuri. "La sua (quella di Cuffaro ndr) - spiega è andata distrutta, è irrecuperabile. Io ce l'ho ancora e ho deciso, assemblando i pezzi di due moto, di farne una per lui. Sarà una sorta di ritorno agli anni della nostra adolescenza".

Il fratello Giuseppe, che gli ha preparato il pranzo a casa sua, parla di un "Totò rinato". "Incontrando una ragazza ammalata, gli ha donato il suo ultimo libro scrivendo una affettuosa dedica - racconta il fratello - Avvicinato da un'amica incinta, l'ex governatore ha chiesto il sesso del nascituro. E sorridendo, Cuffaro ha commentato: "Io preferisco le donne. E' giusto sottolinearlo".

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