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Delitto Miceli a Cattolica, si seguono due piste

CATTOLICA ERACLEA. Non è ancora stata dissequestrata la salma del marmista cattolicese Giuseppe Miceli, 67 anni, ucciso domenica scorsa nel suo ufficio in via Crispi con dei violenti colpi alla testa sferrati probabilmente con una lastra di granito. Ad ucciderlo sarebbero state almeno due persone.

Il corpo senza vita dell'uomo, sul quale martedì scorso è stata eseguita l'autopsia, probabilmente sarà consegnato ai familiari tra oggi e domani. Ancora nulla si sa sulla data del funerale, mentre in via Oreto, nella casa dei familiari e dove viveva lo stesso imprenditore, è un via vai ininterrotto di amici e concittadini che si stringono attorno alla famiglia in questi giorni di dolore per il crudele assassinio.

L'uomo sarebbe stato ucciso brutalmente al culmine di una colluttazione con violenti colpi inferti tra la nuca e il capo. Poi ulteriore violenza sarebbe stata inflitta dagli assassini che - forse per accertarsi della morte - hanno scaraventato sul corpo dell'uomo due pesanti pompe idrauliche che si trovavano in quell'ufficio accanto al laboratorio per la lavorazione di marmi e graniti. Le indagini dei carabinieri di Cattolica Eraclea, diretti dal maresciallo Liborio Riggi, proseguono senza sosta e nel massimo riserbo con il coordinamento del sostituto procuratore di Agrigento Silvia Baldi. Sono due le principali piste investigative.

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