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Truffa sui farmaci, in dieci rinviati a giudizio nell'agrigentino

AGRIGENTO. Staccavano le fustelle dai farmaci per ottenere il rimborso dal Servizio sanitario nazionale e poi li vendevano sottobanco. Dieci persone - fra farmacisti, medici e rispettivi collaboratori - finiscono a processo.

Il rinvio a giudizio, ieri pomeriggio, è stato disposto dal gup Francesco Provenzano che ha accolto quasi interamente le richieste del pm Carlo Cinque. La presunta associazione a delinquere avrebbe avuto al vertice il farmacista Mario Terrana, 62 anni, che - secondo l'accusa - si avvaleva della collaborazione di medici compiacenti che gli fornivano le ricette all'insaputa dei loro assistiti.

Terrana, titolare di una farmacia a Porto Empedocle e di due parafarmacie che avrebbe utilizzato per vendere abusivamente farmaci privi delle cosiddette fustelle, le targhette identificative obbligatorie per legge, il dieci aprile dell'anno scorso era finito agli arresti domiciliari. Il provvedimento era stato firmato dal gip Alessandra Vella.

Il divieto di dimora nei comuni di Agrigento e Porto Empedocle era stato imposto a sei persone. Si tratta di Ninì Mirella Pace, 61 anni, moglie di Terrana; Cinzia Venturella, 32 anni di Ribera; Carmelinda Strazzeri, 34 anni di Mazzarino, farmaciste collaboratrici della farmacia di Terrana; Gino Montante, 68 anni di Agrigento e Andrea Savatteri, 64 anni di Porto Empedocle, medici di base, e Michele Alletto, 46 anni di Agrigento, dipendente della farmacia di Terrana. Nella lista degli imputati anche i medici Raffaele Sanzo, 54 anni, e Carmelo Amato, 64 anni, e il canicattinese Salvatore Cani, 50 anni, addetto a un deposito di medicinali. Le accuse ipotizzate, con ruoli e posizioni differenti, sono di associazione a delinquere finalizzata a truffa, falso, ricettazione ed esercizio abusivo della professione.

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