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Duplice tentato omicidio a Canicattì, padre e figlio non parlano

CANICATTI'. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i canicattinesi Giuseppe e Vincenzo Mongitore, padre e figlio di 60 e 31 anni, da giovedì detenuti nel carcere agrigentino di contrada Petrusa con l'accusa di tentato duplice omicidio e porto e detenzione illegale di armi dopo la sparatoria avvenuta alla periferia della città, in contrada Coda di Volpe, e nella quale sono rimasti feriti gravemente Giuseppe Sorce di 28 anni e Giovanni Milana, di 41 anni, anche loro di Canicattì . Ieri mattina ad Agrigento si è tenuto l'interrogatorio di garanzia nel corso del quale i due Mongitore non hanno fornito alcuna dichiarazione al Gip del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto che si è riservato di decidere sulla conferma dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due. Vincenzo e Giuseppe Mongitore sono difesi dall'avvocato Calogero Meli. Il giudice scioglierà la riserva entro la giornata di oggi.

Il Pubblico Ministero Antonella Pandolfi ha chiesto per i due Mongitore la conferma della detenzione in carcere. Sulla vicenda rimangono numerosi lati oscuri che dovranno essere chiariti dalle indagini che vengono condotte dagli agenti del Commissariato cittadino, guidati dal vice questore Valerio Saitta. Le condizioni dei due feriti, entrambi difesi dall'avvocato Angela Porcello, rimangono gravi ma stazionarie dopo gli interventi chirurgici ai quali due uomini sono stati sottoposti dopo la sparatoria avvenuta mercoledì sera. Sul fronte delle indagini si attende l'esito degli esami dello stub per accertare la dinamica della sparatoria che sarà comparata dagli investigatori anche dalle dichiarazioni fornite dai soggetti coinvolti nella vicenda.

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