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«Aveva un fucile a canne mozze», arrestato a Licata

La polizia rivolge l’accusa di detenzione illegale di armi all’artigiano di 38 anni Emanuele Marino. La scoperta è stata fatta perquisendo un fondo rurale

LICATA. Secondo arresto per armi, in meno di una settimana, a Licata. Domenica scorsa la polizia aveva arrestato un bracciante agricolo del luogo, incensurato, sorpreso in possesso di una pistola calibro 22, con matricola abrasa, detenuta illegalmente. Due giorni fa, nel corso di una perquisizione, gli agenti guidati dal dirigente Marco Alletto hanno arrestato un altro licatese, stavolta sorpreso in possesso di un fucile da caccia, a canne mozze, detenuto illegalmente. In manette è finito Emanuele Amato, artigiano licatese di 38 anni.

“Il 20 giugno, alle 14 circa, nel corso di mirati e specifici servizi, finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati in materia di armi, personale del commissariato di polizia di Licata – si legge nella nota diffusa ieri dalla questura di Agrigento - traeva in arresto, in flagranza di reato, Emanuele Marino, artigiano, ritenuto responsabile di detenzione illegale di arma comune da sparo alterata. Nella fattispecie il personale operante, nel corso di una perquisizione in un rudere nella piena disponibilità dell’indagato, rinveniva, occultato all' interno di un tubo in polietilene del diametro di 14 centimetri, un fucile calibro 12 privo di munizionamento, con canne mozzate, calciolo in legno della lunghezza di 68 centimetri e canne della lunghezza di 26 centimetri, in buono stato di conservazione, oliato e perfettamente funzionante”.

 

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