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Terrorismo, il cardinale Montenegro: "Fermare i barconi non è una soluzione"

AGRIGENTO. «Non tutti i terroristi verranno con i barconi, ne sono convinto. Che poi qualcuno abbia potuto fare questo è possibile, ma non credo che questo ora significhi 'Fermiamo i barconi!'». È quanto dice alla Radio Vaticana il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, eletto ieri dall'assemblea generale della Cei, presidente di Caritas Italiana. «Tanti terroristi abitano già in questa Europa e in questa terra, quindi cosa facciamo? Non facciamo più nascere nessuno? - osserva - E se qualcuno per venire in questa terra e fare quello che vuol fare prende l'aereo, fermiamo gli aerei? Credo che non sia soltanto gridando 'Al lupo, al lupo!' che risolveremo i problemi. Ci vuole una politica che sia capace e uno Stato che sappia difendersi.

Il problema è che, purtroppo, certe cose si stanno affrontando a pois - un pò una cosa e un pò l'altra - e non nella loro globalità». Montenegro dice di ritenere «che gli allarmismi facciano comodo ad alcuni, però con l'allarmismo tu non affronti il problema. Ecco, allora, che tutto ciò che si è fatto fino adesso per l'immigrazione non credo che sia stato fatto affrontando il problema globalmente: un pò sulle emozioni, quando ci sono i morti, quando muoiono in gran numero; un pò con delle leggi che cercano di tamponare... Si sta vedendo l'egoismo dell'Europa, che ha paura di affrontare il problema. Si parla di 230 milioni di migranti nel mondo e questo alcuni lo chiamano il »sesto continente«: un mondo senza un continente non è completo! Non possiamo far finta che non ci siano».

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