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Agricoltura, Coldiretti: allarme criminalità nell'Agrigentino

Coldiretti di Agrigento ha scritto una lettera al questore, Mario Finocchiaro, per evidenziare una situazione sempre più grave che porta anche gli imprenditori agricoli a pernottare in campagna a rischio della propria incolumità

AGRIGENTO. «Canicattì, Licata, Cammarata, Sciacca, Ribera e Menfi. Sono queste le zone maggiormente danneggiate dal furto di prodotti e mezzi agricoli. In particolare negli ultimi mesi c'è stata un recrudescenza che sta limando i bilanci delle aziende». Lo dice la Coldiretti di Agrigento che ha scritto una lettera al questore, Mario Finocchiaro, per evidenziare una situazione sempre più grave che porta anche gli imprenditori agricoli  a pernottare in campagna a rischio della propria incolumità.

«Ogni giorno, soprattutto nelle aree interne - affermano il presidente e il direttore, Roberto Caruana e Massimo Primavera - gli agricoltori sono costretti a subire il danno di una criminalità sempre più ramificata. Il questore ha compreso e condiviso il nostro disagio e ha sottolineato quanto sia importante la denuncia per monitorare e combattere insieme un fenomeno sempre più grave». A livello nazionale, come evidenza la Coldiretti di Agrigento, il business dell'agromafia ha raggiunto i 15,4 miliardi di euro nel 2014 attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il  cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodoperao di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole. In Sicilia raggiunge i 5 miliardi e riguarda soprattutto le aree spopolate dalla crisi e dalla carenza infrastrutturale.

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