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Il cardinale Montenegro: «La mafia si batte con la cittadinanza attiva»

RAFFADALI. Hanno ricordato e testimoniato l'impegno nella lotta alle mafie. E' soffiato vento di legalità e giustizia sociale, ieri, fra Raffadali e Joppolo Giancaxio. Una giornata trasformata nel simbolo della speranza che si rinnova. La speranza per tutti quegli studenti - sono stati migliaia e migliaia, arrivati da tutto l'Agrigentino - che durante la marcia hanno sentito i nomi di oltre 900 vittime innocenti delle mafie.

«È una giornata che dovrebbe giovare per riflettere. Riflettere sul fatto che noi non vogliamo e rifiutiamo la mafia - ha detto l'arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro - . La mafia non occuperà spazi se ognuno di noi riuscirà a fare bene la sua parte. Si combatterà la mafia se ognuno vive la sua cittadinanza attiva". "Questa è una grandissima risorsa ed è espressione di come questa provincia, su questo tema, - ha detto il prefetto Nicola Diomede - stia sicuramente crescendo ed imboccando, ed ha già imboccato in verità, un percorso di grande consapevolezza rispetto alla mafia ed ad altri fenomeni sociali distorsivi. Mafia, dunque, come fenomeno sociale distorsivo rispetto al bene sociale, al benessere comune».

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