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Giovane coppia trovata morta a Pordenone, lei era agrigentina

Si tratta diTeresa Costanza (nella foto) e Trifone Ragone. In un primo momento, era circolata la voce che accreditava la tragedia come un omicidio-suicidio, ma i successivi rilievi hanno tolto alcune certezze

PORDENONE. Un killer freddo e spietato, che ha atteso il momento giusto per entrare in azione, in una zona non coperta da videocamere e illuminata solo parzialmente. Ma anche una persona che sapeva di rischiare perché il parcheggio del Palazzetto dello Sport di Pordenone, a quell'ora di sera, è frequentato per i moltissimi atleti che entrava ed escono dalle varie palestre.

Insomma, un'azione studiata nel dettaglio per uccidere il militare e l'assicuratrice, non un raptus improvviso da parte magari di una persona innamorata respinta. E' questa una delle piste su cui, da 24 ore, stanno lavorando i Carabinieri del Comando provinciale di Pordenone. Il movente passionale resta, comunque, uno dei più plausibili, anche perché sia Teresa Costanza sia il compagno Trifone Ragone non passavano certo inosservati, come dimostrano anche i riconoscimenti ottenuti in vari concorsi di bellezza.

Una coppia affiatata - come li dipingono tutti - senza scheletri nell'armadio e con un futuro radioso: solo pochi istanti prima di essere uccisa, la giovane bocconiana, a Pordenone da poco più di un anno, aveva confidato al gestore della palestra - dove era andata a prendere il fidanzato al termine dell'allenamento giornaliero per tornare a casa - tutta la propria felicità per la recente nuova occupazione in una primaria agenzia assicurativa. Il militare, invece, si apprestava ad essere inviato a Milano, in missione, nell'ambito dell'operazione "Strade sicure", in vista dell'Expo.

Un agguato che nessuno dei parenti, giunti in Friuli nella notte dalla Puglia e dalla Sicilia, riesce a spiegarsi: per loro solo disperazione e incredulità. Congiunti, colleghi di lavoro, atleti, dirigenti della squadra di pesistica e amici sono stati sentiti per l'intera giornata di oggi in caserma: al Comando dell'Arma sono sfilate decine di persone, ma nessuno sembrerebbe aver fornito elementi utili a indirizzare definitivamente le indagini.

La casa di via Chioggia è stata posta sotto sequestro, tabulati telefonici, email e social network vengono passati ai raggi X; sembrano invece escluse minacce, più o meno recenti. Sul fronte degli accertamenti medico-legali, in attesa dell'autopsia, in programma per venerdì, è stata eseguita una Tac cranica che ha fornito i primi riscontri balistici: l'uomo è stato colpito da tre proiettili - due dei quali erano coperti da sangue rappreso e avevano fatto pensare ad un solo foro, e ipotizzare l'omicidio-suicidio poi escluso dalla Procura - la compagna invece da due proiettili.

Tutti esplosi da una pistola calibro 7.65. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il killer avrebbe aperto la portiera dal lato passeggero, dove si trovava Ragone, puntandogli l'arma alla tempia, a bruciapelo. Una frazione di secondo dopo l'avrebbe rivolta contro la fidanzata, freddandola da distanza ravvicinata e mandando anche in frantumi il finestrino dell'utilitaria. Impossibile per la coppia difendersi o anche soltanto urlare. Subito dopo il killer si sarebbe dato alla fuga, fors'anche assieme ad un complice, ipotesi che gli inquirenti non possono scartare a priori. Dagli investigatori, il riserbo è strettissimo: gli elementi a disposizione sono pochissimi e gli inquirenti temono di dare un vantaggio all'assassino diffondendo troppe notizie, ma il lavoro al Comando dell'Arma è febbrile. L' intera Pordenone, è sgomenta e con il fiato sospeso per questo delitto, il più efferato degli ultimi 20 anni.

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