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L’Akragas si specchia troppo delle sue beltà: Meloni apre la strada, Roccella chiude

AGRIGENTO. Il più forte non vince sempre. Soprattutto non vince quando è altezzoso e borioso come è stato l'Akragas visto ieri pomeriggio sul terreno dei calabresi del Roccella. Una squadra, quella allenata da Vincenzo Feola, indiscutibilmente di livello superiore alle altre con elementi che in questa categoria sono sprecati ma che (almeno ieri) nel primo tempo è stata messa sotto dai locali che hanno giocato una partita caparbia spinti dal pubblico delle grandi occasioni. Detto questo il campionato lo può perdere solo l'Akragas dato che anche ieri i biancoazzurri (in alcuni frangenti) hanno sciorinato un calcio da categoria superiore e messo in evidenza una disposizione tattica di alto livello: devono però pur sapere che il torneo non è finito e che le insidie sono sempre dietro l'angolo. Per questo bisogna evitare i cali di tensione come accaduto ieri pomeriggio.

Il Roccella, di suo, ci ha messo cuore ed ha corso troppo di più, specie nel primo tempo, e così Chiavaro e soci hanno sofferto rischiando pure di perdere con il colpo di testa di Pizzoleo fermato dalla traversa ma anche di vincere con una ripresa migliore della prima frazione e con il direttore di gara che ha negato un penalty per atterramento in area di Lucas Longoni.

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