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Allerta scabbia: scattano i controlli su una cinquantina di migranti

Sintomi della malattia su uno dei 17 natanti soccorsi. Nell’assalto di domenica alla Guardia costiera sparati colpi di kalashnikov

AGRIGENTO. Allerta scabbia. Fra i migranti sbarcati nelle ultime ore a Lampedusa, un gruppo di profughi accusa prurito intenso ed eruzioni cutanee, sintomi tipici dell’infezione. Per loro è stato disposto il blocco sanitario. Si tratta di una cinquantina di persone che fino a quando i controlli sanitari non saranno conclusi — accertando o meno l’infezione contagiosa della pelle — non potranno essere trasferiti in altri centri d’accoglienza della penisola. Il gruppo di subsahariani si trova al centro d’accoglienza di contrada Imbriacola e viene tenuto, al momento, in una parte differente rispetto a quella frequentata dagli altri migranti.

Sono 924 i migranti giunti a Lampedusa in meno di 20 ore. Si tratta dei profughi — complessivamente 2.100 su 17 barconi — che erano stati salvati, fra sabato e domenica, a 100 e 120 miglia dalla più grande delle isole Pelagie, in acque libiche dunque. Dopo i soccorsi, sei motovedette e il rimorchiatore «Asso 30» hanno condotto i profughi, fra i quali molte donne e bambini, fino al molo Favarolo di Lampedusa. I primi ad arrivare, partendo dalla tarda serata di sabato, sono stati 120, poi 116 solo donne e bambini piccoli e, durante la notte, 125. Ieri mattina, altre due motovedette della Guardia costiera hanno permesso l'approdo a 150 e 119 subsahariani. Nel pomeriggio, una motovedetta ne ha fatti sbarcare 48, fra cui 25 donne e 14 minori, e poi — alle 17,30 circa — il pattugliatore «Asso 30» ne ha portati sul molo 246 fra cui 12 donne e 5 bambini. Sulla banchina, al lavoro, anche gli operatori umanitari, tra cui Giovanna Di Benedetto di «Save the children» che si sono presi cura dei più piccoli.

Al centro d'accoglienza di contrada Imbriacola, nonostante i due ponti aerei che hanno trasferito, in mattinata, 92 persone in Sardegna e, in serata, 94 in Toscana, è emergenza: ci sono oltre 1.100 ospiti. La struttura ne potrebbe ospitare soltanto 250. Un terzo ponte aereo, con altre 168 persone da trasferire, è previsto per questa mattina. La Prefettura di Agrigento sta cercando di approntare, d'intesa con il ministero dell’Interno, un piano di trasferimenti anche attraverso il traghetto di linea.

«La cosa più incredibile — ha detto il sindaco delle Pelagie Giusi Nicolini — è che ci facciamo trovare sempre impreparati. Era già accaduto con la primavera araba e, adesso, la fine dell'operazione Mare Nostrum, con l'aggravarsi della crisi libica, non è una buona idea. Speriamo si ripristini al più presto per salvare il maggior numero possibile di persone ed aiutare anche Lampedusa».

Intanto, proprio in merito ai salvataggi in acque libiche, si apprendono nuovi, allarmanti, particolari: i quattro uomini armati di kalashnikov che domenica pomeriggio hanno intimato alla Guardia costiera di abbandonare il barcone, su cui viaggiavano un centinaio di migranti che i militari stavano salvando, hanno sparato verso la motovedetta. I colpi sarebbero stati esplosi a pelo d'acqua in direzione dell'imbarcazione italiana. I quattro scafisti erano a bordo di un gommone di 5 metri con due motori fuoribordo. A Porto Empedocle, questa mattina, approderà una nave mercantile con circa 700 dei migranti salvati in acque libiche. Altri profughi, soccorsi a largo di Tripoli, alla spicciolata, oltre a toccare terra di Lampedusa, ieri, sono stati sbarcati al porto di Trapani. In 190 erano su una nave mercantile battente bandiera maltese. Approdi anche a Pozzallo, nel Ragusano, dove in meno di 24 ore sono arrivati prima in 280, poi 191- fra cui 9 donne, due delle quali incinte, - e infine, nel pomeriggio di ieri, altri 86. Le due donne altri 5 uomini sono stati portati all'ospedale di Modica. Uno aveva ferite superficiali e gli altri avevano la febbre e malesseri legati al freddo patito durante la traversata. La squadra mobile di Ragusa, dopo lo sbarco di domenica a Pozzallo di 276 subsahariani, ha fermato un gambiano di 27 anni, Lamin Jallow. È indiziato di essere stato lo scafista. L'uomo, a quanto pare, ha confessato di aver condotto uno dei tre gommoni e di averlo fatto perché l'organizzazione libica gli ha consentito di viaggiare gratuitamente. In base alle dichiarazioni raccolte dalla Polizia, dopo aver ascoltato diversi testimoni, gli organizzatori della traversata avrebbero incassato 50 mila dollari per ogni gommone su cui viaggiavano una centinaio di migranti.

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