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Processo all'ex presidente della Provincia, il 23 febbraio la requisitoria

Nel corso dell’udienza è stato affrontato anche il capitolo relativo al rimborso dei pranzi, dato che la Procura contesta numerose ipotesi di abuso di ufficio

AGRIGENTO. "Che significa modico valore? È un concetto discrezionale, è chiaro che se devi fare un regalo a una scolaresca basta un gagliardetto da un euro. Se lo fai a una personalità illustre è un'altra cosa, io quando c'è stato il passaggio di consegne fra l'arcivescovo Carmelo Ferraro e l'attuale Francesco Montenegro ho speso 1.300 euro per regalare loro una casula ciascuno".
L'ex commissario straordinario della Provincia Maria Letizia Di Liberti chiude il dibattimento del processo all'ultimo presidente della Provincia Eugenio D'Orsi, accusato di concussione, peculato, truffa e abuso di ufficio. Il funzionario che ha amministrato l'ente dal febbraio al giugno del 2008, quando Vincenzo Fontana si dimise per candidarsi al Parlamento, ha raccontato la prassi che vigeva anche prima dell'insediamento di D'Orsi al quale la Procura contesta, fra le altre cose, di avere acquistato dei beni di rappresentanza in violazione della normativa e superando il concetto di "modico valore" previsto dalla legge.

"Si tratta di una definizione - ha detto l'ex commissario rispondendo all'avvocato Daniela Posante, difensore di D'Orsi - che va valutata in base alle circostanze. In quel breve periodo in cui mi trovai ad amministrare l'ente ci fu il passaggio di consegne fra il precedente vescovo e l'attuale. Si è trattato di un evento di enorme portata con 5.500 persone presenti allo stadio Esseneto. Diedi la direttiva di acquistare una casula ciascuno. Quella per il vescovo uscente costò 500 euro e quella per l'attuale 800 euro".

Affrontato anche il capitolo relativo al rimborso dei pranzi, dato che a D'Orsi la Procura contesta numerose ipotesi di abuso di ufficio per avere ottenuto il rimborso senza che risultasse adeguatamente motivato il fine istituzionale.

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