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Cinque crateri tornano nella Valle dei Templi

Da ieri sono esposti nei locali dell'ex Scuola rurale di contrada San Nicola, recentemente restaurata. Visite previste fino al 31 marzo, l’ingresso è gratuito

AGRIGENTO. Cinque crateri tornano alla Valle dei Templi, ma solo in prestito. Rinvenuti nel 1841 in una necropoli dell'antica Akragas, per tanti anni i cinque crateri attici, sono stati custoditi nel Museo Archeologico Regionale "A. Salinas" di Palermo, adesso chiuso per lavori di restauro. Su input del direttore dell'Ente Parco, Giuseppe Parello, le preziose opere da ieri, sono state affidate temporaneamente al Parco Archeologico Valle dei Templi, che le ha messe in mostra, in un ritrovato spazio espositivo, che con l'occasione ha riaperto i battenti dopo anni di abbandono. Si tratta dell'ex Scuola rurale di contrada San Nicola, recentemente restaurata.

«Sono nell'insieme - ha spiegato Parello - prodotti di ceramica greca su cui gli studiosi possono seguire l'evoluzione della storia classica, furono importati da Atene, ed è probabile che gli abitanti di Akragas li utilizzavano per lussuosi banchetti che si dovevano svolgere nella città al tempo della tirannide teroniana». I vasi in mostra fino al prossimo 31 marzo, sono più grandi rispetto a quelli che solitamente si usavano per i sepolcri. «Questo - ha spiegato Monica De Cesare - docente universitario della Facoltà di Archeologia di Agrigento - perché probabilmente venivano usati anche come urne cinerarie». Un'altra lettura viene data dagli atti custoditi al museo di Palermo, che testimoniano che molto probabilmente i vasi risalivano tutti ad un unico sepolcro. Per gli studiosi si tratta di opere che conservano l'aspetto complessivo dei grandi vasi di arte classica, poiché è facile leggere nelle opere raffigurate ponderatezza e armonia. Nell'insieme dei prodotti di ceramica greca i vasi attici costituiscono la parte predominante.

 

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