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Inchiesta Ecap ad Agrigento, sei richieste di rinvio a giudizio

Il provvedimento è firmato dal capo dell'ufficio Renato Di Natale, dall'aggiunto procuratore Ignazio Fonzo e dal pubblicpo ministero Andrea Maggioni

AGRIGENTO. L'assunzione della moglie di un maresciallo "barattata" con un'ispezione "erronea blanda e lacunosa", stabilizzazioni illegittime e "soffiate" investigative all'amico e collega indagato: l'inchiesta che ha passato al setaccio anni di attività dell'Ecap, ente di formazione professionale di recente "bloccato" dalla Regione, che però ha perso il ricorso al Tar per la sospensiva, approda in aula per l'udienza preliminare.

Nelle scorse ore la Procura ha chiesto i rinvii a giudizio di sei indagati. Il provvedimento è firmato dal capo dell'ufficio Renato Di Natale, dall'aggiunto Ignazio Fonzo e dal pm Andrea Maggioni. Rispetto all'avviso di conclusione delle indagini preliminari, notificato lo scorso agosto, escono di scena due indagati la cui posizione su richiesta dei pm potrebbe essere archiviata. Si tratta di dell'appuntato dei carabinieri Felice Portelli, 42 anni, in servizio all'Ispettorato del lavoro, e di Calogera Volpe, 46 anni, impiegata dell'Ecap. Vanno, invece, a processo i marescialli Antonino Arnese, 46 anni, ex comandante del Nucleo Ispettorato del lavoro, e Vincenzo Mangiavillano, 59 anni, ex comandante della sezione di polizia giudiziaria della Procura. Il principale imputato è l'avvocato Ignazio Valenza, 50 anni, che nei mesi scorsi - dopo che il gip Ottavio Mosti rigettò la richiesta della Procura di arresti domiciliari nei suoi confronti - evitò la sospensione dimettendosi dalla presidenza dell'Ecap, di Casa Amica e dall'incarico di segretario del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di cui però è rimasto componente.
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