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Akragas, il presidente Alessi dopo l'attentato: «Non molliamo»

AGRIGENTO. «Ieri sera avevamo pensato di mollare, adesso abbiamo parlato con i responsabili delle forze di polizia e col prefetto che ci hanno rassicurati. Le istituzioni e la città sono con noi, un delinquente squilibrato non fermerà l'Akragas calcio». La notizia era nell'aria ma quando il presidente Silvio Alessi, al microfono, in una sala teatro del Villaggio Mosè, la ufficializza scoppia un boato simile a quelli che si sentono fino alle rupe Atenea quando segna Peppe Meloni.

«Una vigliaccata non ci farà desistere dai nostri progetti. Anzi, - aggiunge Alessi - posso assicurare a quei pochi delinquenti che hanno bruciato l'auto del nostro mister e il furgone della società che non siamo affatto intimoriti e che le forze dell'ordine ci hanno dato rassicurazioni precise sul fatto che indagheranno in maniera scrupolosa e soprattutto ci tuteleranno». Alessi, insieme agli altri dirigenti e all'allenatore Vincenzo Feola, il cui Suv è stato incendiato nella notte fra sabato e domenica, è stato ricevuto dal prefetto Nicola Diomede e dai rappresentati delle forze dell'ordine che hanno convocato un apposito vertice dopo il secondo attentato incendiario che ha subito l'Akragas.

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