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Rifiuti nell'Agrigentino, un nuovo mezzo contro l'emergenza

Di tutti i 24 comuni interessati da questa ultima emergenza, solo Canicattì ha evitato che la città rimanesse invasa dalla spazzatura. Intesa tra Corbo e l’Iseda

AGRIGENTO. C’è una parola magica che basta mettere accanto a quella «rifiuti», per creare allarme.  La parola è «emergenza» e in Sicilia la si usa ormai da qualche decennio, a volte abusandone, allo scopo anche di creare allarmismi e ottenere decreti ad hoc e finanziamenti straordinari. Nella vicenda legata alla chiusura temporanea della discarica di Siculiana, che ha costretto le imprese a fare la spola da e per Catania, con un aggravio di costi che pagheranno i cittadini, emerge però un elemento di diversificazione.

Porta la firma del sindaco di Canicattì Enzo Corbo che, appena subdorato la «puzza» che poteva arrivare dalla raccolta a singhiozzo, si è semplicemente chiesto cosa poteva fare. Corbo ha contattato le imprese che si occupano del servizio per vedere se c’era un modo diverso di gestire la cosa.  Unico amministratore su 24 di altrettanti comuni che hanno dovuto «subire» una situazione paradossale. E da alcune settimane, mentre tutti i comuni, capoluogo in testa, si sono ritrovati con i cassonetti stracolmi e i rifiuti ai bordi dei marciapiedi, Canicattì era pulita.

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