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"Quella rapina fu fatta da un carabiniere", il pm chiede 4 anni e 6 mesi

Nel 2011 sarebbe entrato con alcuni complici nell'abitazione di un anziano morto

AGRIGENTO. «Per una rapina commessa da un carabiniere infedele non ci sono attenuanti, siamo andati molto oltre i rapporti con gli informatori. Qua è successo il contrario, è stato il militare spesso a dare informazioni su dove andare a rubare». Parole durissime, quelle del pm Matteo Delpini, che portano all’inevitabile richiesta di condanna: 4 anni e 6 mesi di reclusione è la proposta di pena avanzata nei confronti di Andrea Mirarchi, 38 anni, carabiniere originario di Catanzaro, in servizio alla caserma di Palma prima di essere sospeso e poi coinvolto in un’altra vicenda giudiziaria con l’accusa di avere di avere favorito la latitanza del boss di Delia, Cesare Genova. Mirarchi, insieme ai fratelli Francesco e Calogero Burgio, 29 e 39 anni, e una quarta persona mai identificata, il 9 maggio del 2011 sarebbero entrati nell’abitazione di un anziano, morto da alcuni giorni, per rubare degli oggetti personali e alcune armi regolarmente denunciate. Mentre i quattro, secondo l’accusa, erano all’interno dell’abitazione e la stavano svaligiando sarebbe sorto un contrattempo. Un vicino di casa, sentendo i rumori, decise di intervenire ed entrare all’interno per mettere in fuga i ladri. Lì trovò il carabiniere e le altre tre persone che stavano portando via le armi e il resto. A quel punto uno di loro afferrò un fucile ad aria compressa, lo puntò contro l’uomo che voleva sventare il furto e sparò contro di lui.

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