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Asp di Agrigento, precari senza un futuro

Sit-in davanti la direzione generale per chiedere un tavolo tecnico al quale dovrebbe partecipare un delegato della Curia agrigentina

AGRIGENTO. Hanno dalla loro parte solo la Chiesa di Agrigento i 100 ausiliari precari dell’Asp agrigentina a cui i vertici dell’Azienda non hanno rinnovato il contratto e sostituiti con altro personale. Antonio Giuseppe Iacono che coordina gli ausiliari precari licenziati: «Per i sindacati noi non esistiamo nella pianta organica dell’Azienda. Ed allora poniamo una domanda: come mai se non ci sono questi posti veniamo sostituiti?». Loro non ci stanno a subire questa pesante situazione ed hanno costituito un movimento la “Associazione Servizi Socio-Sanitari Organizzati” per difendere il posto di lavoro, anche se da decenni in stato di precariato. Una situazione paradossale che nel concreto taglia a 100 famiglie quell’assegno mensile che consentiva, a prezzo di grossi sacrifici, di andare avanti. Oggi non sanno a quale santo votarsi ed è solo l’arcivescovo che si è schierato al fianco di questi ausiliari.

Eppure per tanti anni, secondo un turnover, hanno assicurato all’azienda sanitaria agrigentina il servizio nei vari reparti dell’ospedale provinciale. Oggi, in base ad accordi presi al vertice vengono sostituiti con del personale dichiarato in esubero e proveniente dal 118 e dalla partecipata Seus (Servizi emergenza e urgenza sanitaria). Una società partecipata che nel periodo compreso dal 27 agosto 2012 fino al 2 giugno 2013, è stata guidata da Salvatore Sammartino oggi promosso direttore della ragioneria generale della Regione Sicilia. Un dato molto strano scaturisce dal fatto che nelle altre Aziende dell’Isola questo personale non va a togliere il posto di lavoro ai precari. Come mai? Perché questa situazione avviene solo nell’Asp di Agrigento?

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