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"Il Volo", Piero Barone da Naro a star planetaria: per lui il titolo di "ambasciatore nel mondo" - Foto

«Adoro la musica ed ero convinto che il mio futuro sarebbe stato in questo ambito, ma a dire il vero volevo diventare un maestro di pianoforte. E invece, con i miei amici Ignazio e Gianluca, vivo quest’avventura»

ROMA. La «Fulgentissima»: è qui, a Naro, che appena può torna Piero Barone, il tenore che insieme ad Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble costituisce «Il Volo», lo straordinario trio di musica classica che dopo essere stata notato a Ti lascio una canzone, il talent di Antonella Clerici, ha ottenuto successo in tutto il mondo. Natale, però, Piero Barone, lo trascorre qui, a casa, dove riabbraccia - a dispetto della popolarità ormai planetaria, dei milioni di dischi venduti e dei contratti da cifre record - i familiari ed il nonno Pietro Ognibene, poeta dialettale e cantastorie.

Ma è vero che c'è nonno Pietro all'origine del tuo successo?
«È proprio così. Mio nonno, che ora ha 73 anni ed ha perduto la vista quando ne aveva 45, è stato il primo ad invogliarmi a cantare. Mi ha avviato alla musica quando non avevo ancora sei anni, mi ha sollecitato a studiare, insomma mi ha tenuto per mano in questo viaggio straordinario. Il resto lo ha fatto mio papà che è instancabile».

Avresti mai pensato, quando hai iniziato ad avvicinarti al mondo della musica, al successo planetario de «Il Volo»?
«Nemmeno per idea. Non mi sarei mai aspettato tutto questo. Adoro la musica ed ero convinto che il mio futuro sarebbe stato in questo ambito, ma a dire il vero volevo diventare un maestro di pianoforte. Ovviamente sono felice per quanto sta accadendo a me, ad Ignazio e Gianluca, ma fino a qualche anno fa proprio non avrei mai immaginato nulla di tutto ciò». Testo di Angelo Augusto

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