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Favara, l'assessore dona l’indennità ai poveri e alla chiesa

Gioacchino Zarbo, oltre che per l’attività istituzionale fin qui svolta, si sta distinguendo per una particolare rinuncia in favore della comunità favarese

FAVARA. Assessore comunale da due mesi, con il giuramento prestato il 23 ottobre scorso, data dell'insediamento, Gioacchino Zarbo, oltre che per l'attività istituzionale fin qui svolta, si sta distinguendo per una particolare rinuncia che di questi tempi è raro contemplare.

Ha, infatti, deciso di cedere il compenso che gli deriva dalla carica rivestita all'arciprete della città e alle famiglie bisognose di sua conoscenza. Lui si schermisce ma, alle insistenti richieste, fa qualche ammissione. "Ho aderito a una raccolta fondi - dice - da destinare al rifacimento del prospetto della chiesa Madonna del Transito direttamente gestita dall'arciprete don Giuseppe D'Oriente. Un'altra parte dell'indennità di funzione andrà, invece, a sostenere alcune famiglie favaresi, che conosco personalmente, le quali vivono in situazioni di grave precarietà economica".

Va da subito precisato che per scelta del sindaco Manganella, adottata sin dal momento della sua elezione avvenuta nel giugno del 2011, a tutti i componenti dell'esecutivo (primo cittadino compreso) l'indennità è decurtata del 30 per cento. Ma il gesto di Zarbo può essere considerato uno schiaffo di natura morale nei confronti di tutti gli altri amministratori? "Assolutamente no - puntualizza l'assessore alla Solidarietà Sociale - anche perché ritengo giusto che chi si spende per la politica, a volte tralasciando il lavoro, meriti una ricompensa. Il mio percorso di vita mi ha portato a considerazioni diverse che non fanno a pugni con quelle di altri soggetti che meritano tutto il rispetto possibile".

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