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Tassa di soggiorno ad Agrigento, il «no» degli albergatori

Sulla tassa di soggiorno, tutti hanno un parere e vogliono esprimerlo ma questa volta a farlo, sono forse le associazioni più titolate, la Confcommercio, la Federalberghi, Assohotel e Confesercenti

AGRIGENTO. Ormai se ne parla a giorni alterni, quasi fosse l’unico probema di Agrigento. Sulla tassa di soggiorno, tutti hanno un parere e vogliono esprimerlo ma questa volta a farlo, sono forse le associazioni più titolate, la Confcommercio, la Federalberghi, Assohotel e Confesercenti. E la prima cosa da dire, anzi da ridire, la rivolgono proprio al Consiglio comunale, ormai teatro di posizioni politiche di discutibile spessore.

«Questo Consiglio è diventato un’arena in cui la lotta consiste nel proferire frasi ad effetto a favore della collettività e contro le imprese turistiche - scrivono in una nota congiunta le associazioni - e abbiamo assistito ad un gioco al massacro che vede soccombere semplici cittadini che non fanno altro che sperare che questa città abbia un futuro, un futuro in cui la politica dovrebbe servire a a creare condizioni di vivibilità e strumenti utili alle imprese per crescere, investire e produrre reddito e posti di lavoro». Nel loro documento, le associazioni ricordano come il comparto turistico si trovi oggi ancora più unito per dire «no» alla Tassa di soggiorno, balzello reintrodotto quale possibilità di introito dei comuni da investire sui servizi essenziali al turista e che molto spesso, quasi sempre, viene usato per coprire buchi determinati dell’incapacità gestionale dell’importante settore economico e finanziario di ogni singolo comune.

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