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Tragico sbarco con 366 morti, chiesti nuovi atti per l'inchiesta

Ne ha annunciato la produzione, ieri mattina, in udienza il pubblico ministero Andrea Maggioni

AGRIGENTO. Nuovi atti di indagine al processo a carico del tunisino Khaled Bensalem, 35 anni, accusato di essere lo scafista dell'imbarcazione che il 3 ottobre dell'anno scorso si ribaltò a qualche centinaio di metri dalle coste di Lampedusa provocando almeno 366 morti. Ne ha annunciato la produzione ieri mattina il pm Andrea Maggioni precisando che si tratta di "atti di un’indagine connessa che ipotizza il reato di omissione di soccorso". Di più al momento non si sa, né è emerso se l'indagine che si incrocia con quella del naufragio ha già portato a iscrivere qualcuno nel registro degli indagati.

Il processo, ripartito ieri davanti al gup Stefano Zammuto, dopo il trasferimento del giudice Ottavio Mosti, è stato rinviato al 20 gennaio. In quella data il pm consegnerà i documenti di cui propone l'acquisizione e le parti potranno pronunciarsi sulla richiesta. L'accusa contestata dalla Procura è di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, naufragio e omicidio volontario plurimo. La formula è quella del "dolo eventuale" perché "trasportando oltre 500 clandestini, dando fuoco alle coperte o comunque consentendo l'incendio per lanciare l'allarme, era consapevole che centinaia di persone potessero morire".

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