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Sciacca: referendum sul cambio di nome, il Comune frena

Il Comune frena sul referendum per cambiare il nome alla città, da Sciacca a Sciacca Terme. Costa 90 mila euro, al momento non si può impegnare questa somma e ieri la conferenza dei capigruppo e il sindaco hanno deciso di non indicare alcuna data alla Regione. Il decreto dell’assessorato regionale alle Autonomie locali obbliga palazzo di città a fare svolgere il referendum entro il 15 febbraio del prossimo anno.

«Abbiamo deciso di rinviare ogni decisione – dice il presidente del consiglio comunale, Calogero Bono – e di sfruttare tutto il tempo che ci è concesso. Possiamo rinviare ogni decisione a fine dicembre perché il referendum deve essere indetto 45 giorni prima dello svolgimento. Prenderemo contatti, però, con la Regione anche per un eventuale rinvio rispetto alla data del 15 febbraio 2015. Da parte delle forze politiche c’è tutta la volontà di portare avanti il progetto. C’è, però, una spesa notevole da affrontare e non è una scelta che può essere presa a cuor leggero». Nel 2003, durante la giunta guidata da Ignazio Cucchiara, per questo referendum non è stato raggiunto il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto che sono andati alle urne. Giuseppe Ambrogio, consigliere comunale del gruppo Patto per il Sud Sciacca Terme, è tra i principali sostenitori dell’iniziativa.

 

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