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Da Sciacca a Sciacca Terme, sì al decreto per indire il referendum

I saccensi dovranno essere chiamati al voto entro il 15 febbraio del 2015. Sono i tempi dettati dall’assessorato regionale alle Autonomie locali.

SCIACCA. È arrivato il decreto della Regione che consente al Comune di Sciacca di celebrare il referendum per cambiare il nome della città in Sciacca Terme. I saccensi dovranno essere chiamati al voto entro il 15 febbraio del 2015. Sono i tempi dettati dall’assessorato regionale alle Autonomie locali.

Per il referendum servono 50 mila euro e Palazzo di città, che non dispone, attualmente, di questa somma, deve aspettare ancora e, intanto, fare slittare tutto al prossimo anno. I tempi ristretti dettati dalla Regione non consentono, però, di attendere un’eventuale tornata referendaria nazionale nella primavera del 2015. «Il decreto siamo riusciti ad ottenerlo - dice il presidente del consiglio comunale, Calogero Bono - e adesso bisognerà reperire le risorse. Ci sono varie ipotesi - aggiunge Bono - e prima fra tutte quella di riuscire a ottenere la disponibilità da parte di giovani che possano svolgere gratuitamente il servizio di scrutatori. Condizione fondamentale, però, è ottenere una partecipazione quanto più ampia possibile da parte della città a questo progetto e un vasto sostegno da tutte le forze politiche. Quello che dobbiamo ottenere non deve essere il risultato che consegue una parte politica, ma il successo di tutti».

Nel 2003, durante la giunta guidata da Ignazio Cucchiara, per questo referendum non è stato raggiunto il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto che sono andati alle urne. Giuseppe Ambrogio, consigliere comunale del gruppo Patto per il Sud Sciacca Terme, è tra i principali sostenitori dell’iniziativa. Nel 2011 ha presentato una prima mozione in consiglio, assieme al rappresentate del Pd Francesco Fiorino.

Nel 2012, nella nuova consiliatura, l’ha riproposta, questa volta da solo. «Io ci credo a questo progetto - dice Ambrogio - per legare sempre di più il nome della città a quello della sua principale risorsa che sono le terme. Certo, bisognerà effettuare una notevole azione di sensibilizzazione. Non sarà facile raggiungere un quorum di circa 13 mila votanti. È una battaglia che l’intera città deve vincere, abbandonando le polemiche su aspetti, magari futili, dell’attività amministrativa. Questa volta bisognerà impegnarsi per un progetto importante».

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