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Comune di Licata, 150 rischiano il licenziamento

Si tratta dei lavoratori ex Lsu che ormai da oltre venti anni operano per l’ente. Rimangono solo due mesi e mezzo per «salvare» la loro occupazione

LICATA. Gli oltre 150 precari del Comune non nascondono la preoccupazione per la loro sorte. Se entro il 31 dicembre prossimo l’ente non si sarà impegnato ad assumere almeno alcuni di loro, tutti rischieranno il licenziamento. Si tratterebbe di un disastro innanzitutto per loro, che si ritroverebbero senza lavoro, ma anche per il Comune. L’ente, per continuare a garantire tutta una serie di servizi all’utenza, di fatto non può privarsi dei precari, salvo che non voglia rassegnarsi a chiudere numerosi uffici.
La questione, dibattuta a ripetizione, è stata affrontata ieri mattina nel corso di un’animata assemblea dei lavoratori che si è tenuta presso la sala delle conferenze dell’ex convento del Carmine.

A promuovere l’assise sono state le segreterie aziendali di Cgil, Cisl, Uil e Csa. I lavori si sono conclusi con la sottoscrizione di una diffida indirizzata al commissario straordinario del Comune, al segretario generale ed al dirigente del dipartimento Affari Generali dell’ente. I sindacati, inoltre, per conoscenza hanno inviato il documento anche ai revisori dei conti del Comune, al presidente del consiglio comunale ed ai capigruppo consiliari. A più riprese, nel corso dell’assemblea di ieri, è stata ribadita la preoccupazione per il mancato avvio della stabilizzazione. Del resto la normativa, secondo quanto annunciato dalle organizzazioni sindacali, parla chiaro: se entro il 31 dicembre il Comune non avvia il processo di stabilizzazione, dal giorno successivo i precari dovranno rimanere a casa. Ipotesi quest’ultima che i lavoratori, ovviamente, si augurano venga scongiurata.

 

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