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Ribera, tre indagati per il crollo del ponte Verdura

Per la Procura sono responsabili di non aver accertato il deterioramento delle arcate, avvenuto in epoca anteriore al disastro

 

RIBERA. Ci sono tre indagati nell'inchiesta della procura della Repubblica di Sciacca sul crollo, avvenuto il 2 febbraio dello scorso anno, del ponte Verdura, sulla strada statale 115, nel tratto compreso tra Sciacca e Ribera.
È stata disposta la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini nei confronti dei tre che i magistrati di Sciacca ritengono responsabili, a titolo colposo, di avere omesso di riscontrare il deterioramento del manufatto, «certamente risalente ad epoca di gran lunga anteriore al crollo», sottolineano dal palazzo di giustizia. Non si conoscono, al momento, i nomi dei tre indagati in quest'inchiesta sul crollo delle prime due arcate, a partire dalla spalla lato Sciacca, del ponte storico a cinque arcate sul fiume Verdura.
La Procura per lo svolgimento delle indagini preliminari si è avvalsa della consulenza tecnica di un ingegnere docente presso l'università di Palermo, che ha ricostruito la dinamica e le cause del crollo concludendo nel senso che lo stesso «è stato determinato dallo scalzamento del piede della spalla lato Sciacca e della prima pila del ponte storico in muratura».

 

La vicenda del crollo del ponte Verdura ebbe un risalto nazionale con gli interventi, tra gli altri, di Fiorello e «Striscia la Notizia». Prima della realizzazione di una nuova struttura che ancora oggi consente il passaggio ci sono state settimane di disagi per gli automobilisti e per tutto il trasporto in questa zona. Per la realizzazione del nuovo ponte i tempi per l'avvio dei lavori si sono allungati notevolmente rispetto a quelli che erano stati indicati nel corso dell'incontro in municipio, a Ribera, con i dirigenti dell'Anas regionale e i progettisti.
L'Anas dal suo canto ha confermato nei mesi scorsi che non ci sono problemi per quanto riguarda il finanziamento dell'opera che ammonta a circa 11 milioni di euro.

A rallentare l'iter finora sono stati i tempi tecnici necessari per avere i pareri della Regione siciliana a proposito dell'impatto ambientale, per ottenere il via libera definitivo in merito alla localizzazione che è già arrivato e per effettuare i sondaggi sul terreno al fine di verificare l'inesistenza di siti di interesse archeologico. Adesso si aspetta solo il bando per l'assegnazione dei lavori.

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