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Rifiuti a Canicattì, il sindaco chiude le porte alla Dedalo

Il capo dell’amministrazione, Vincenzo Corbo, ha deciso di rivolgersi a un’altra impresa. Sarà sottoscritto un contratto per il servizio di pulizia

CANICATTÌ. Lo strappo, quello probabilmente irreparabile, è maturato al termine di un’altra settimana di tensione vissuta tra l’amministrazione comunale e la Dedalo Ambiente, la società che gestisce per conto dell’Ato Ag3 il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città. Il comune di Canicattì, a partire dai prossimi giorni, tornerà ad affidare la pulizia della città ad una ditta esterna , compiendo di fatto il passaggio decisivo verso il completo disimpegno nei confronti della società privata attualmente sotto la gestione commissariale del duo Lo Brutto – Morreale. La scelta del sindaco Vincenzo Corbo anticipa quello che dovrà accadere dal 30 settembre prossimo quando verranno sciolti gli Ato e si darà inizio al nuovo sistema di gestione del servizio di pulizia e raccolta dei rifiuti basato sugli Aro. Ma la decisione dell’amministrazione comunale va ben oltre gli aspetti organizzativi del servizio ed è strettamente connessa ad un malcontento che serpeggia ormai da diverso tempo nei confronti della Dedalo Ambiente a causa del servizio che viene effettuato in città, considerato insufficiente ed inefficiente. Nei prossimi giorni , quindi, si vedranno in azione nelle strade cittadine i mezzi di pulizia della ditta privata, già interpellata dal sindaco prima di Ferragosto quando l’emergenza rifiuti aveva spinto l’amministrazione ad implementare il parco degli automezzi in funzione, che sostituiranno totalmente quelli della Dedalo Ambiente «Provvederemo a concludere un contratto di nolo – ha dichiarato il sindaco Vincenzo Corbo – con una ditta privata che ci permetterà di utilizzare tutti i mezzi necessari per garantire un adeguato servizio di pulizia alla città. Ci siamo stancati di sottostare alle richieste, peraltro prive di ogni legittimità e fondamento, della Dedalo Ambiente che peraltro continua ad offrire un servizio assolutamente insufficiente rispetto alle esigenze del territorio».

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