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Rifiuti, contestazioni dei Comuni dell'Agrigentino alla Dedalo

AGRIGENTO. Un’altra grana per la Dedalo Ambiente, l’autorità territoriale d’ambito che cura il ciclo integrato dei rifiuti in sette Comuni dell’agrigentino. A ferragosto lo sciopero degli operatori ecologici di Canicattì e Palma di Montechiaro è stato evitato per un soffio. All’ultimo momento, malgrado i due Comuni non avessero ancora versato il dovuto all’Ato rifiuti, i commissari straordinari Lo Brutto e Morreale hanno saldato al personale le spettanze arretrate. Così anche a ferragosto il servizio è stato assicurato regolarmente. Non è difficile immaginare cosa sarebbe accaduto se, proprio lo scorso week end, i netturbini avessero incrociato le braccia. Ieri Licata ha annunciato l’addio alla Dedalo Ambiente. Il Comune ha diffuso una nota per rendere noto che “a breve l’ente potrà lasciare l’Ato Ag3 per gestire, così come suggerito dalla Regione Siciliana, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani secondo il piano in fase di elaborazione ed approvazione”. “Piano che prevede – aggiunge il Comune - l’affidamento ad un’impresa privata, nel rispetto delle procedure dettate dalla legge, e con l’obiettivo principale di dare vita ad un miglioramento del servizio, con conseguente abbattimento dei costi”. Insomma da qui a breve i Comuni nei quali la Dedalo Ambiente raccoglierà e smaltirà i rifiuti non saranno più sette, ma solo sei. Licata ha reso noto che “il progetto è stato avviato dall’amministrazione comunale uscente, in applicazione della legge regionale 9 dell’8 aprile 2010, ed in esecuzione della direttiva 1290 del 23 maggio 2013, in materia di gestione integrata dei rifiuti, emanata dall’assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità”. A spiegare perché il Comune di Licata abbandona la Dedalo Ambiente è stato il vice sindaco Angelo Cambiano. “Come dimostrano i fatti – dice Cambiano – la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani portata avanti dalla Dedalo Ambiente è da ritenere fallimentare sotto ogni punto di vista: da un lato con il passare del tempo abbiamo registrato un continuo aumento dei costi di gestione, sino a produrre debiti per il nostro Comune pari a circa 11 milioni di euro. Debiti che l’ente è stato costretto a pagare con enormi sacrifici sia della classe dirigente, sia dell’intera cittadinanza, e dall’altro abbiamo invece, un servizio sempre piuttosto carente, per il mancato rispetto di tutte le clausole previste dalla vigente convenzione stipulata tra il Comune e la Dedalo Ambiente. Da ciò – ha concluso Cambiano - il nostro intendimento di avviare l’iter per passare dal servizio d’ambito alla gestione diretta, tramite la creazione del cosiddetto Aro, Area di Raccolta Ottimale, che prevede la perimetrazione del servizio, pari a quella del nostro territorio comunale”. Il progetto del Comune, secondo l’esecutivo, è inoltre quello di passare subito dal 7 al 27 per cento di raccolta differenziata. Le accuse rivolte da Palazzo dell’Aquila, però, a più riprese sono stati respinte dai commissari dell’Ato che hanno mostrato dati diversi rispetto a quelli forniti da Licata.

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