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Vincono il ricorso al Tar, in 15 dell'Agrigentino vengono iscritti in medicina

AGRIGENTO. Non si sono perduti d’animo e, convinti delle loro ragioni, si sono rivolti al Tar del Lazio che ha condannato il Miur a immatricolarli nelle facoltà per le quali avevano sostenuto le prove di ingresso. Sono 15 studenti di Agrigento, Favara e Ribera ai quali era stato precluso l’accesso alla facoltà di medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria. Pur avendo totalizzato in qualche caso ottimi punteggi non sono stati immatricolati in considerazione dell'esiguo numero di posti disponibili a livello nazionale. Per l'anno accademico 2014-2015 il ministero, infatti, ne aveva assegnato solo 9.983 a livello nazionale ripartiti tra tutte le università italiane. Per avere un’idea dei numeri basta pensare che per il solo ateneo palermitano hanno concorso oltre 2.800 candidati.
Ragazzi e ragazze, in maggior parte studenti del quinto anno nei licei della provincia, con il supporto dei propri genitori hanno dato mandato a un legale di presentare ricorso, affidando alla giustizia amministrativa le sorti della loro carriera universitaria. Molti studenti hanno denunciato il clima poco sereno in cui si sono svolte le prove e soprattutto la violazione della regola dell'anonimato per quanto riguarda la consegna dei compiti e la chiusura delle buste. Alcuni quesiti inoltre avevano un significato ambiguo dando adito a risposte differenti. Già lo scorso anno si erano verificate delle situazioni simili e alcuni Tar avevano dato ragione ai ragazzi condannando il Miur ad immatricolare gli studenti in soprannumero. Lo scorso 17 luglio a Roma, innanzi al Tar del Lazio, è stato discusso il ricorso dei ragazzi agrigentini rappresentati dall'avv. Giuseppe Limblici. L’esito è stato quello sperato essendo stata disposta la loro immatricolazione nelle sedi dell'ateneo di Palermo e dell'ateneo di Catania.
Il Tar Lazio avrebbe ritenuto che presso le due università siciliane non sarebbe stato rispettato il principio dell'anonimato in quanto sarebbe stato possibile, nonostante le cautele adottate, risalire all'identità dei partecipanti. La sentenza dei giorni scorsi è una delle prime che viene emessa per l'anno accademico 2014-2015 ed è prevedibile che sia seguita da altre dello stesso tenore in considerazione del consistente numero di ricorrenti.

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