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L’Asp rassicura: "L’ospedale di Sciacca non chiuderà"

Nella struttura sanitaria manca un adeguato numero di anestesisti che ha portato alla sospensione delle sedute operatorie, garantite solo per le emergenze

SCIACCA. Nessun ridimensionamento, né chiusura del Giovanni Paolo II. Le criticità riguardanti il personale si stanno affrontando con la pubblicazione di un bando anche per gli specializzandi. Il direttore generale dell'Asp di Agrigento, Salvatore Lucio Ficarra, è arrivato ieri mattina in ospedale assieme al prefetto, Nicola Diomede. Ha incontrato il personale sanitario, ma anche amministratori e consiglieri comunali che da settimane incalzano Regione e Asp reclamando una maggiore attenzione per il nosocomio. "Appena insediato ho emanato un avviso straordinario per la copertura di quelle figure, come gli anestesisti, i cardiologi e gli emodinasti - ha detto Ficarra - che spesso preferiscono andare in realtà più grandi. Abbiamo saputo che il giorno 6 si sarebbero specializzati diversi medici e noi siamo speranzosi. Fatto l'avviso daremo corso alle assunzioni, ma ho dato anche mandato agli uffici di approvare la nuova pianta organica. La rete ospedaliera è stata esitata positivamente dai sindaci, l'assessore a giorni la renderà ufficiale e presto potremo passare ad espletare i concorsi per dare un soluzione definitiva. Quattro o cinque anni fa quando si potevano fare i concorsi non capisco il motivo per il quale non si sono fatti". Ficarra è sceso nello specifico di una delle criticità maggiori, quella della mancanza di un adeguato numero di anestesisti che ha portato alla sospensione delle sedute operatorie, garantite solo per le emergenze. "Uno degli avvisi per reperire personale è quello degli anestesisti, però il direttore sanitario aziendale - ha aggiunto - mi dice che su 18 ce ne dovrebbero essere 14 in servizio. Se questo è vero ne mancano il 20 per cento. Se c'è qualcuno che ci gioca lo segnaleremo agli organi giudiziari". Ficarra ha spiegato le ragioni per le quali ha negato l'aula Piraino per una seduta del consiglio comunale dedicata ai problemi del Giovanni Paolo II e chiarito quale iniziativa ha intrapreso per la raccolta di firme che, fino a pochi giorni fa, la commissione Sanità del Comune effettuava di fronte al pronto soccorso. "L'ospedale non è il luogo adatto per fare politica - ha detto - ma un luogo di riposo e di cura. Se la seduta del consiglio si svolge nel luogo preposto non cambia nulla. Per la raccolta di firme se è intestata per la non chiusura dell'ospedale è inutile perché il governo regionale ha stabilito che resta. Io ho segnalato che all'interno dell'ospedale, che è un bene dell'azienda sanitaria, si svolgeva una raccolta di firme. Non ho fatto alcuna querela. Se ci sono dei comitati anche spontanei che si riuniscono prima devono chiedere l'autorizzazione". 

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