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«Tangenti a Lampedusa», processo per 25

AGRIGENTO. Falsa partenza al processo a carico dell'ex sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis e di altri ventiquattro imputati ritenuti al centro di un complesso intreccio affaristico corruttivo. Il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco ieri mattina, dopo avere chiamato l'appello, ha preso atto che non risultavano andate a buon fine alcune notifiche e ha disposto uno rinvio al 10 novembre per ascoltare i primi testi. La Procura ipotizza l'esistenza di una vera e propria associazione a delinquere "promossa, organizzata e diretta" dall'ex sindaco De Rubeis, dall'ex dirigente dell'Ufficio tecnico Giuseppe Gabriele e dall'ex consulente Gioacchino Giancone. Il pm Salvatore Vella contesta l'associazione a delinquere, la corruzione, il falso, la truffa, l'abuso di ufficio, la turbativa d'asta e l'abusivismo edilizio. Della presunta organizzazione avrebbero fatto parte anche i funzionari dell'Utc Giovanni Sorrentino e Pietro Gelo, l'architetto Alberto La Carrubba, componente della commissione edilizia, l'imprenditore Carmelo D'Agostino e l'isolano Francesco Cucina al quale, secondo l'accusa, spettava il compito di andare materialmente in giro a Lampedusa a ritirare il denaro delle tangenti. L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, ipotizzava un vasto giro di mazzette legate al rilascio di licenze edilizie e all'assegnazione di lavori pubblici illegittimi. Ecco l'elenco di tutti gli imputati: Giuseppe Gabriele, Gioacchino Giancone, Bernardino De Rubeis, Giovanni Sorrentino, Pietro Gelo, Alberto La Carrubba, Carmelo D'Agostino, Francesco Cucina, Leonardo Pellegrini, Francesco Salamone, Vincenzo Marco Fogliani, Carmen Vego, Antonio Arnone, Carmelo Ardizzone, Maria Rosa Bonadonna, Giuseppe Bonadonna, Maria Giardina, Ernesto Giardina, Andrea Nicola Policardi, Salvatore Cucina, Franco Algeri, Maria Pezzotta, Calogero La Rocca, Raffaella Danile e Calogero Pullara. Il lampedusano Salvatore Albero ha patteggiato 10 mesi e 20 giorni di reclusione per l'accusa di corruzione. Altri due imputati - il notaio Calogera Gagliano e il medico Giovanni Sferlazza, estranei al presunto giro di tangenti (il notaio era accusata di avere falsificato un contratto, il secondo di avere realizzato un dammuso abusivo) - hanno scelto il rito abbreviato e nei giorni scorsi sono stati assolti dal gup Alessandra Vella che in precedenza ha invece rinviato a giudizio gli altri venticinque imputati. La "cricca" lampedusana, della quale avrebbero preso parte oltre al sindaco e ai tecnici anche numerosi imprenditori, avrebbe agito indisturbata dal 2008 al 2012.

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