AGRIGENTO. Padre e figlia arrestati. Dovranno rispondere delle ipotesi di reato di resistenza, minacce aggravate, percosse e lesioni a pubblico ufficiale. Due i poliziotti finiti in ospedale, dopo il maxi tafferuglio. Agenti che hanno avuto riscontrate ferite e traumi guaribili - secondo i medici dell'ospedale "San Giovanni di Dio" - in otto giorni. A fare divampare l'inferno, al Villaggio Peruzzo sono stati vecchi rancori personali e problemi di vicinato.
Che fra quelle due famiglie ci fossero contrasti, i poliziotti della sezione "Volanti" lo sapevano già. Tante altre volte erano stati chiamati per dirimere controversie e questioni fra vicini dirimpettai. Nella notte fra giovedì ed ieri, la lite è però degenerata. Le due famiglie si sarebbero "affrontate" in mezzo alla strada. Qualcuno ha lanciato l'Sos al 113. E all'arrivo dei poliziotti della sezione "Volanti", Filippo Salamone, 43 anni, e la figlia ventenne, Debora, non avrebbero - stando alla ricostruzione degli stessi agenti - voluto saperne di calmarsi, scagliandosi anzi proprio contro i poliziotti. L'uomo, a quanto pare, brandiva un'ascia e la figlia, invece, un coltello.
Gli agenti, coordinati dal commissario capo Alfredo Cesarano, ci hanno provato a lungo a riportare la calma, ma alla fine, a quanto pare, sarebbero stati aggrediti. Uno di loro, addirittura, si sarebbe preso una seggiolata in testa. Alla fine, però, i poliziotti sono riusciti a bloccare Filippo e Debora Salamone, ad arrestarli e a portarli alla caserma di via Crispi. Padre e figlia avrebbero, giunti in caserma, cercato di spiegare le proprie ragioni, i motivi di perenne lite con i vicini dirimpettai. Fra l'altro la giovane, proprio nel pomeriggio, aveva chiamato la polizia riferendo di essere stata minacciata dai vicini di casa con una pistola. Secondo le disposizioni del magistrato di turno, padre e figlia sono stati posti agli arresti domiciliari e questa mattina dovrebbe tenersi la direttissima. C.R.
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