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Agrigento, condannato il sindaco: sarà sospeso

Due mesi e 20 giorni a Zambuto per abuso d’ufficio. Ora il provvedimento del prefetto, come prevede la legge Severino. La sanzione è arrivata per l’acquisto di spazi pubblicitari a spese del Comune per promuovere il suo operato in campagna elettorale. Scagionato un giornalista

AGRIGENTO. Campagna pubblicitaria «auto celebrativa» prima delle elezioni finanziata con i soldi della Fondazione Pirandello di cui era presidente: il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, è stato condannato a due mesi e venti giorni di reclusione per abuso di ufficio. Il gup Francesco Provenzano, che nel tardo pomeriggio di ieri ha emesso la sentenza, lo ha comunque assolto da altre due imputazioni di abuso di ufficio e da un'ipotesi di falso. La pena, anche se lieve e peraltro ridotta di un terzo per il rito abbreviato, apre le porte alla sua sospensione, che sarà ratificata dalla Prefettura nelle prossime ore.
Lo prevede la legge Severino per le condanne, anche in primo grado, per abuso di ufficio. La Procura della Repubblica di Agrigento, coordinata da Renato Di Natale e dall'aggiunto Ignazio Fonzo, nelle prossime ore trasmetterà la sentenza alla Prefettura che emetterà un provvedimento di sospensione che avrà una durata di diciotto mesi. Non luogo a procedere, invece, per il giornalista Domenico Vecchio. Il cronista (difeso dall'avvocato Nicola Grillo) non aveva scelto riti alternativi e rischiava il rinvio a giudizio. La Procura ipotizzava che avesse beneficiato di un incarico nell'ambito della comunicazione - conferito da Zambuto - ritenuto illegittimo perché «assegnato in maniera diretta e senza avere verificato la congruità delle offerte». Per il giudice non ci sono neppure i presupposti per approfondire la questione in un dibattimento. Era stato lo stesso pm a chiedere il proscioglimento. La pena inflitta dal gup Provenzano nei confronti di Zambuto, invece, è la stessa di quella chiesta dal pm Delpini che però aveva proposto che il sindaco venisse riconosciuto colpevole anche per l'incarico assegnato a Vecchio.
Un consistente filone delle indagini riguardava una decina di incarichi per la Sagra del Mandorlo del 2012. Il sindaco (difeso dagli avvocati Antonino Gaziano e Giacomo La Russa), secondo l'accusa, avrebbe abusato della sua carica di presidente della Fondazione affidando incarichi in maniera diretta e senza avere verificato «la congruità delle offerte o vagliato altri preventivi», provocando un ingiusto arricchimento patrimoniale a diversi professionisti. Anche da questa imputazione è stato assolto. Un'ulteriore contestazione di abuso di ufficio - l'unica che ha portato alla condanna di Zambuto - è relativa all'avere affidato «autonomamente» ad un agente dell'agenzia Publikompass due incarichi di natura pubblicitaria. L'oggetto dei contratti, del prezzo di 3.000 euro ciascuno, consisteva nella stesura di «una intera pagina del quotidiano La Sicilia concernente l'attività della Fondazione Teatro Pirandello» e un altro dal titolo «Una città cantiere proiettata nel futuro».
Con questa campagna pubblicitaria Zambuto avrebbe procurato a se stesso un ingiusto vantaggio patrimoniale perché avrebbe ottenuto un profitto, una sorta di autocelebrazione «in periodo di campagna elettorale», prima delle ultime amministrative, a spese dell'ente. L’accusa di falso dalla quale sia Zambuto che Vecchio sono stati scagionati era relativa all'attestazione della data di presentazione del curriculum del giornalista Vecchio nella procedura di assegnazione dell'incarico.
Ad Agrigento, intanto, la vicenda giudiziaria che si è conclusa con la condanna di Zambuto per abuso di ufficio apre anche scenari politici inaspettati. Il sindaco, che nelle prossime ore sarà sospeso dal prefetto Nicola Diomede, era candidato alle ultime Europee con il Partito Democratico ma non è riuscito a conquistare uno scranno per Bruxelles e Strasburgo.
Nei giorni scorsi il clima in Consiglio comunale si è fatto infuocato. Molti esponenti dell'opposizione hanno depositato una mozione di sfiducia che però non è stata inserita all'ordine del giorno. Il vice presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Di Rosa, che peraltro nei mesi scorsi prima della rottura è stato a un passo dall'ingresso in giunta, ha annunciato per questa mattina una conferenza stampa con cui tornerà a chiedere le dimissioni di Zambuto che nel 2012 è stato confermato alla carica di sindaco con una grande maggioranza. «Zambuto stacca la spina - ha scritto in una nota stampa -, serve un sussulto di dignità». E aggiunge: «La legge Severino viene applicata anche ad Agrigento».
Zambuto, che ha seguito l'intera udienza conclusiva insieme al fratello e ad alcuni amici avvocati, è andato via dal tribunale scuro in volto. Nelle prossime ore si aprirà il percorso più complicato della sua finora brillante carriera politica, che a 34 anni lo ha portato a diventare sindaco di Agrigento.

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