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Scuola di Favara, dal prossimo anno «ridotti» i pasti

FAVARA. Nel giorno in cui termina l'anno scolastico, inizia la programmazione per il prossimo. Ieri mattina, nella sede comunale di piazza Cavour, su invito dell'assessore alla Pubblica Istruzione Antonella Vita, si sono ritrovati i componenti della commissione sulla mensa scolastica formata da amministratori, funzionari del Comune, referenti scolastici, genitori. La commissione, istituita con delibera di giunta sotto la sindacatura di Lorenzo Airò (con assessore alla P.I. Angelo Sorce), ha il compito di controllare che il servizio di refezione sia reso nel miglior modo possibile dalle ditte che forniscono i pasti. Negli anni si è più volte rinnovata. "L'incontro di oggi (ieri, ndr) - sottolinea l'assessore Vita - era finalizzato a decidere se passare o meno al monopasto, per altro sollecitato dalle stesse mamme, visto che si sarebbe accertato che i bambini, a cui la mensa è destinata, spesso si limiterebbero a consumare soltanto una delle due portate. Tutto il resto andrebbe perduto con spreco di cibo e denaro". All'incontro di ieri sono stati presenti, con l'assessore Vita e la dirigente Orsolina Sorce, i presidenti dei consigli di istituto della "Guarino" e della "Bersagliere Urso", Antonello Milia e Giuseppe Caramanno (quest'ultimo intervenuto anche come componente della giunta Manganella) e le referenti Maria Capodici e Concetta Cascio per la "Brancati", Annamaria Cassaro per la "Guarino", Maria Plicato per la "Mendola-Vaccaro", Rosetta Carlino per la "Bersagliere Urso", Mariella Saieva per la "Falcone e Borsellino". In base a dei nuovi menu già in vigore in qualche comune agrigentino e assentiti dall'Asp in quanto rispondenti alle tabelle dietetiche, ieri si è approvato all'unanimità il passaggio dal doppio al monoposto. La soluzione adottata dimezzerebbe i costi sia a carico delle famiglie che a carico della casse comunali. Infatti, da due anni, da quando la compartecipazione alle spese per la refezione scolastica è stata elevata al 50%, le famiglie spendono al giorno 2,34 euro per pasto. Altrettanta somma viene sborsata dal Comune. E di questi tempi, dovendo centellinare tutte le risorse, abbattere le spese sul servizio di mensa scolastica è un toccasana per le casse municipali. Ne beneficerebbero pure le famiglie che si vedrebbero abbattere i costi fermo restando che il risparmio non deve influire sulla qualità del servizio e del pasto. Che ci siano difficoltà economiche tali che alcuni rinunciano alla mensa è risaputo. Proprio per evitare disparità tra i bambini che frequentano le sezioni di scuola materna, l'amministrazione comunale nell'anno appena terminato ha distribuito ai dirigenti scolastici buoni pasto per un valore di 4 mila e 500 euro da devolvere, secondo il loro giudizio, alle famiglie più bisognose. Anche la "San Vincenzo" è intervenuta per sostenere alcune famiglie in difficoltà.

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