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Realmonte, la Cgil frena sul progetto Italkali

Il sindacato vuole il coinvolgimento della cittadinanza sulla realizzazione di un impianto di circa 260 mila metri quadri e chiede alla Regione di ridiscuterne

AGRIGENTO. La Cgil agrigentina pronta ad alzare le barricate contro il cosiddetto «Progetto Italkali», che si intende concretizzare attraverso la realizzazione di un grande impianto esteso per 260 mila metri quadri, circa il doppio della cittadina di Realmonte, una superficie pari a 26 campi di calcio e con annesse tubature per lo scarico a mare dell’acqua usata per il lavaggio del materiale.
Il tutto, a meno di 200 metri dalla prima casa e dalle scuole. «Se Italkali vuole continuare ad inseguire questo progetto -dice il segretario generale della Cgil Massimo Raso - lo dovranno rendere compatibile con alcune precise esigente. L’impianto non potrà essere realizzato «a bocca di miniera» ma, utilmente, è possibile lavorare sull’area ex-Italcementi o sull’Area Industriale di Porto Empedocle, posto che dovrà risolvere in modo convincente il problema degli scarichi e delle polveri. Solo così è immaginabile un sostegno della Cgil. Ogni altra soluzione che insiste sull’area indicata non potrà avere il nostro sostegno e non ci faremo ammaliare dai 300 posti sbandierati e tutti da verificare anche perchè qualche anno fa dicevano 600». Una delegazione del sindacato, ha già partecipato alla recente seduta del Consiglio comunale aperto dove Raso ha detto come la pensa la Cgil. «In queste settimane si è tornato a parlare molto del Progetto Italkali e lo si è fatto legandolo strettamente alla vicenda dell’Italcementi. Dev’essere chiaro che noi siamo vicini agli operai di Italcementi e alle loro famiglie e cercheremo ogni strumento utile per salvare il salvabile, ma non è assolutamente accettabile che si utilizzi questa intricata vicenda per utilizzare questi lavoratori e le loro legittime aspettative quali “scudi umani” degli interessi dell’Italkali. Noi abbiamo sempre sostenuto la validità di un progetto sulla kainite ed abbiamo, altresì, sostenuto che la Regione dovesse uscire dal capitale azionario di Italkali, consentendo alla stessa Società e, per essa, al partner privato di poter sviluppare i propri progetti. Ma questi progetti devono essere rispettosi degli interessi di Realmonte, della legittima aspirazione della cittadina della scala dei Turchi di coltivare una propria proiezione turistica». La Cgil ha annunciato che scriverà al Presidente della Regione e al Presidente della Terza Commissione Marziano, per fare in modo che nella riunione già convocata per il prossimo mercoledì, possano trovare spazio anche una rappresentanza della Città di Realmonte, mai sentita sul progetto. «Abbiamo proposto al sindaco Puccio - conclude Raso - ai consiglieri e alla cittadinanza, che nelle settimane scorse ha raccolto oltre 1000 firme contro questo progetto, di dare vita ad una manifestazione cittadina che serva ad accendere i riflettori su questo mega progetto. La CGIL si appella anche alle altre forze affinché escano allo scoperto: nessuna contrapposizione strumentale è possibile e nessun baratto è accettabile. Noi pensiamo che lo sviluppo sia possibile dentro un quadro di sostenibilità e compatibilità ambientali, altrimenti non è sviluppo, è altro».

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