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Randagismo a Licata, presto al lavoro una "task force"

LICATA. L’augurio è che le stime siano errate, ma sarebbero almeno mille i randagi in giro per le vie del centro. Del resto se ne vedono ad ogni angolo di strada ed il problema è tutt’altro che limitato alla periferia. Ci sono branchi di randagi in pieno centro, nella zona del porto, e nel “salotto buono” della città. Un problema tutt’altro che da sottovalutare, soprattutto per l’allarme sociale che crea. Si sono già registrate alcune aggressioni, anche se c’è da dire che, paradossalmente, il più delle volte ad aggredire grandi e piccini, a Licata, sono stati i cani domestici. Per fare il punto della situazione l’amministrazione comunale ha riunito attorno ad un tavolo tutti coloro i quali, a vario titolo, hanno competenza per occuparsi del problema. La conferenza dei servizi, presieduta dal vice sindaco Angelo Cambiano. “All’incontro – scrive il Comune in una nota diffusa al termine della riunione - hanno partecipato il dottor Minardi, dirigente del commissariato di polizia, accompagnato dall’ispettore Amoroso, il maresciallo Mastrosimone, vice comandante della stazione dei carabinieri, l’ispettore Zarbo del corpo forestale, la dottoressa Mangione, responsabile dell’ufficio di igiene e salute pubblica, l’assessore comunale alla Sanità, La Carrubba, il dirigente del dipartimento Urbanistica e gestione del territorio, Ortega, il responsabile della gestione del canile comunale Rinascente, e il geometra Cassaro del dipartimento urbanistica”. “Dopo un’attenta analisi del fenomeno del randagismo e l’individuazione della cause che lo hanno determinato, al punto da causare la presenza di qualcosa come oltre 1.200 cani randagi nei territori comunali di Licata e Palma di Montechiaro – aggiunge il Comune -, a fronte di un canile che non può ospitare più di 54 cani, si è giunti alla conclusione di intervenire su più fronti: la realizzazione di una nuova struttura, che possa fungere da canile rifugio e canile sanitario, idonea ad ospitare sino a 250 cani; lanciare, sin da subito, una campagna di sensibilizzazione per l’adozione di cani abbandonati; incentivare l’attività di controllo al fine di munire tutti i cani appartenenti a privati di microchip; avviare una campagna di sterilizzazione dei cani dei privati, cercando di invogliarli ad intervenire mediante la sottoscrizione di apposita convenzione con i veterinari”. A.Au.

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