FAVARA. Nel labirinto di cortili e strade strette, ma non per questo meno suggestive, che attraversano il cuore antico di Favara, si continuano a contare i crolli che stanno modificando l'impianto urbanistico di una città sorta a partire dal tredicesimo secolo attorno alle maestose mura del castello Chiaramonte. Ostaggio di muri di contenimento, steccati, barriere di vario tipo alzati a protezione dell'incolumità pubblica dopo la tragedia del 23 gennaio di quattro anni fa con la morte delle sorelline Bellavia, il centro storico, più che una risorsa, è diventato un problema. Soprattutto per le poche famiglie che continuano ad abitarlo come è accaduto domenica scorsa quando è venuta giù una parete di una vecchia e fatiscente abitazione in cortile del Po. Dopo l'intervento dei pompieri e dei carabinieri, i vigili urbani hanno dovuto notificare tre ordinanze di sgombero ad altrettante famiglie, sei persone in tutto tra cui un extracomunitario. "Per fortuna - dice il comandante della Polizia Municipale, Gaetano Raia - tutti i sei sfollati hanno trovato ospitalità da parenti o in altre abitazioni non caricandosi il Comune di ulteriori costi di mantenimento".
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