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Precari, il Comune di Favara: non anticiperemo altri soldi

FAVARA. Ritardano i trasferimenti dalla Regione e saltano gli stipendi di maggio per il personale di ruolo e per i 260 precari in forza al Comune. Ma se per i primi il problema dovrebbe risolversi nei prossimi giorni, visto che già gli uffici hanno avuto l’ordine di elaborare le buste paga, per l’esercito degli ex articolisti ed ex lsu non ci sono certezze. Ben che vada, per loro si prospetta la possibilità di ricevere un acconto pari al 20% dello stipendio che sarebbe la quota a carico del Comune (il restante 80% rientra, invece, nelle competenze della Regione). Una situazione di grave disagio sia per i dipendenti a tempo indeterminato che per quelli a tempo determinato che scontano anche il fatto di non essere impegnati a tempo pieno con orari che variano, a settimana, da 20 a 24 ore. Per questi ultimi si prospetta una busta paga leggerissima. Chi si ritrova con la cessione del quinto dello stipendio percepirà poco più di 40 euro.
Ieri, con il sostegno delle rappresentanze sindacali aziendali, i precari si sono incontrati con il sindaco Manganella, il quale ha confermato che il Comune non ha risorse sufficienti per anticipare la quota a carico della Regione come già avvenuto da gennaio fino ad aprile con l’eccezione di febbraio in cui si è proceduto con un acconto. Se non si sbloccano i trasferimenti da Palermo si rischia di innescare una vera emergenza sociale soprattutto in quelle famiglie in cui la sussistenza è affidata a un solo reddito.
Nel bilancio comunale tutte le voci sono in rosso e a pagarne le conseguenze sono in particolar modo i precari e i creditori. «Finora siamo andati avanti anticipando le somme per conto della Regione – dice l’assessore alle Finanze Carmelina Vita - ma adesso, dopo cinque mesi dall’inizio dell’anno, non siamo più in grado di sostituirci alle sue inadempienze». Il Comune, infatti, si esporrebbe ad eventuali sanzioni da parte della Corte dei Conti perché, per pagare i dipendenti, dovrebbe contrarre debiti con la banca con il rincaro degli interessi. «Il nostro rapporto – sostengono invece i precari - è con il Comune e non con la Regione ragion per cui dovremmo percepire gli emolumenti alla stessa stregua del personale di ruolo». L’assessore Vita, che vive di stipendio, ammette che è attraversata da un travaglio personale quando è chiamata ad affrontare temi che coinvolgono la sfera di centinaia di famiglie mettendone a repentaglio anche la dignità. «L’anno scorso – aggiunge – ci siamo imbattuti in una vicenda simile riuscendo, con notevoli peripezie, a sostituirci alla Regione». Quest’anno ci sono da pagare vecchi debiti con imprese che erodono non poco le risorse di bilancio. U. R.

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