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Favara, «La legalità non si predica ma si pratica»: pioggia di critiche si abbatte sulla festa

FAVARA. «La legalità non si predica, si pratica!». È l’incipit di una nota di Ri-Pensare Favara, Socialisti Riformisti, Art. 4 e Forza Italia, quattro forze politiche rappresentate in consiglio che sparano ad alzo zero sulla «Festa della legalità», in corso di svolgimento e che avrà il suo momento clou sabato mattina in piazza Cavour. «Non intendiamo partecipare – si legge nel comunicato - ad una cerimonia patrocinata da "chi" la legalità la svilisce quotidianamente nell'istituzione che rappresenta«. Il messaggio, chiaramente rivolto al sindaco, non contiene altro ma è ad effetto visto che la festa della legalità, che quest’anno spegne le sei candeline, è ormai un appuntamento consolidato e sicuramente tra quelli più attesi dell’anno. Per il sindaco Manganella è la conferma dell’odio viscerale che le forze politiche di opposizione nutrono nei suoi confronti. «Continuando nel loro delirio, misto a incapacità politica e relazionale – dice il primo cittadino -, perdono un’occasione importante per dire no alla mafia». Il sindaco annuncia che sabato mattina, nel giorno conclusivo della manifestazione, interverrà con un discorso forte chiamando tutti a dichiarare da quale parte stanno. «Non ci si può nascondere dietro le parole – conclude -. Con i comunicati non si combatte la mafia. Chi la contrasta veramente ci mette la faccia esponendosi in prima persona ad eventuali azioni di ritorsione».

Di legalità si è discusso anche nella riunione del Consiglio pastorale cittadino, rappresentativo di tutta la locale comunità ecclesiale nelle sue diverse componenti: clero, religiosi, laici delle varie parrocchie e delle diverse associazioni. Il responsabile del settore sociale Gaetano Scorsone, principale organizzatore della settimana della legalità, nel ricordare all’assemblea il programma nei suoi momenti più qualificanti, ha pure accennato a certi atteggiamenti di dissenso e di contestazione dell’iniziativa da parte di quanti la vedono come un’inutile e, anzi, pericolosa passerella. Ma l’atteggiamento unanime che è sembrato decisamente prevalere, a partire dalla presidenza esercitata dall’arciprete don Giuseppe D’Oriente e dalla coordinatrice Maria Grazia Matina, è stato quello di far proseguire tutto come da programma. UR

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