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Ricorso di Licata, il Comune di Canicattì in giudizio

CANICATTI'. L'amministrazione comunale conferma con l'atto formale di impegno della relativa spesa la decisione di costituirsi in giudizio dinanzi al Cga nel ricorso dell'ex presidente del consiglio comunale Mimmo Licata dopo la prima ordinanza del Tar Sicilia di Palermo. Con l'ordinanza è stata rigettata la richiesta di sospensiva avanzata al Tribunale Amministrativo Regionale da Licata nel giudizio intentato contro gli atti di revoca e decadenza dalla carica dopo la sfiducia a maggioranza del consiglio comunale.
L'amministrazione comunale per questo secondo grado di giudizio, con determinazione dirigenziale dell'Avvocatura comunale adottata dal responsabile del procedimento Maria Cigna, ha impegnato la somma di 5.082,34 euro su progetto di parcella predisposto dall'avvocato Alessandro Finazzo già incaricato di assistere l'ente dinanzi al Tar di Palermo. L'Avvocatura Comunale retta per il momento da Loredana Vaccaro, per anzianità di servizio, versa in una condizione di "incompatibilità etica" visto che a margine della contesa e delle motivazioni alla base della proposta della sfiducia a Mimmo Licata c'è pure un esplicito richiamo. Le posizioni quindi restano inalterate tra le diverse parti. Il ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia dell'ex presidente Licata come sostengono i suoi legali, gli avvocati amministrativisti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, fonda le ragioni sul fatto che "ogni rinvio di valutazione nel merito e quindi la negazione della sospensiva degli atti finiscono per danneggiare chi è stato rimosso da una carica senza motivi validi e legittimi". In pratica, conoscendo i tempi della giustizia e di quella amministrativa in particolare, la sentenza sul contenzioso che oppone Mimmo Licata all'amministrazione comunale, alla stessa maggioranza consiliare e al nuovo ufficio di presidenza, potrebbe arrivare tra due anni o anche più e comunque quando ormai la legislatura sarà alla fine o già finita. I giudici della Prima Sezione del Tar Sicilia di Palermo avevano rigettato la richiesta perché non sarebbero configurabili danni gravi soprattutto nei confronti "del funzionamento dell'organo consiliare dell'ente".
In giudizio comunque oltre a Licata sono intervenuti solo il Comune di Canicattì, nella persona del sindaco pro tempore rappresentato dall'avvocato Alessandro Finazzo, ed Ivan Trupia, nuovo presidente in carica assistito dagli avvocati Gaetano Armao e Giusy Savarino, mentre gli altri due componenti dell'Ufficio di Presidenza, Agata Irene Sacheli ed Alessio Comparato, ed i restanti 18 consiglieri comunali che hanno firmato e votato la mozione di sfiducia non si sono costituiti in giudizio.

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