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Favara: «Picchiò e abusò di una giovane», condannato

FAVARA. Un anno e sei mesi di reclusione: secondo il giudice dell'udienza preliminare Alessandra Vella il favarese Chyarl Bennardo, 32 anni, avrebbe picchiato e abusato sessualmente di una ragazza di ventitré anni. La pena, comunque, già ridotta di un terzo per il giudizio abbreviato, è particolarmente contenuta perché il giudice lo ha ritenuto un fatto di "minore gravità" trattandosi di semplici atti sessuali e non un rapporto completo. Il pubblico ministero Andrea Maggioni, al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna a tre anni e cinque mesi di reclusione. Il favarese (difeso dall'avvocato Salvatore Cusumano) è stato riconosciuto colpevole di lesioni e violenza sessuale. L'episodio al centro del processo risale al 3 aprile dell'anno scorso e sarebbe avvenuto per strada, in via Palermo. La Procura aveva chiesto e ottenuto di mandarlo a processo con rito immediato saltando l'udienza preliminare. La difesa, subito dopo, ha scelto l'abbreviato. Bennardo, attualmente libero con l'obbligo di dimora a Favara, secondo la ricostruzione dell'episodio avrebbe prima avvicinato la ragazza con una scusa. Poi, in maniera poco elegante, l'avrebbe invitata ad avere un rapporto sessuale orale con lui e avrebbe allungato le mani palpeggiandole il sedere. Gli abusi si sarebbero prolungati per alcuni minuti durante i quali la vittima avrebbe iniziato a urlare nel tentativo di richiamare l'attenzione dei passanti e divincolarsi. La ragazza poi è riuscita a liberarsi dalla presa ma a quel punto Bennardo avrebbe iniziato a picchiarla con violenza. Spintoni, schiaffi e pugni: il trentunenne l'avrebbe colpita più volte. Prima di fuggire e fare perdere le sue tracce l'avrebbe minacciata di morte. La ragazza non ci ha pensato un minuto ad andare dai carabinieri e denunciare l'episodio. I militari, prima di identificare in Chyarl Bennardo l'autore dell'aggressione, hanno accompagnato la ventitreenne a farsi visitare alla guardia medica. I medici le hanno curato svariati ematomi, in particolare all'occhio. Il favarese, prima di fuggire, l'avrebbe infatti picchiata ripetutamente al volto e l'avrebbe anche scaraventata a terra buttandosi sopra il suo corpo per impedirle di rialzarsi. Cinque giorni dopo la denuncia il gip Ottavio Mosti ha firmato un'ordinanza cautelare che gli imponeva gli arresti domiciliari. La misura cautelare è stata attenuata sette mesi dopo perché le esigenze cautelari, in considerazione del decorso del tempo, sono state ritenute attenuate. Ieri pomeriggio, qualche minuto dopo le 17,30, è arrivato il verdetto di primo grado.

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