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Ribera: «Tentò d’uccidere la sua ex», condannato

RIBERA. Sette anni e 6 mesi di reclusione e risarcimento danni alla parte civile con una provvisionale di 30 mila euro. Così ha deciso ieri sera il giudice Giuseppe Miceli nel processo, per tentato omicidio e porto abusivo di coltello, a carico di Gianfranco Termine, di 25 anni, che, l'11 gennaio del 2013, ha accoltellato, nei viali del cimitero, l'ex fidanzata. La pena è stata leggermente inferiore agli 8 anni e mezzo che erano stati chiesti dal pubblico ministero, Alessandro Moffa. Il processo si è celebrato con il rito abbreviato e l'imputato ha beneficiato, pertanto, di una riduzione di un terzo della pena. La svolta nel processo è stata la perizia disposta dal giudice.
Secondo i periti Termine era capace di intendere e di volere al momento del fatto. La perizia è giunta a conclusioni diverse rispetto alla consulenza della difesa, affidata allo psichiatra Paolo Li Bassi, dalla quale si evince che il giovane non era capace di intendere e di volere quando colpì la ragazza, lasciandola a terra, in una pozza di sangue.
A soccorrere la giovane sono state alcune persone che si trovavano al cimitero e il custode. Poi la ragazza è stata trasferita all'ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera e sottoposta ad intervento chirurgico. Successivamente è stata trasferita all'Ismett di Palermo dove è rimasta ricoverata per parecchio tempo prima di fare ritorno a Ribera. Poi è tornata a casa. Oltre alle numerose ferite causate dalla lama del coltello, la giovane presentava fratture in diverse parti del corpo. L'intervento chirurgico al "Fratelli Parlapiano", durato oltre cinque ore, è stato eseguito dai medici Mimmo Macaluso e Giovanni Falcone. Gianfranco Termine nell'udienza di convalida dell'arresto, nel carcere di Sciacca, davanti al gip Roberta Nodari, ha chiesto perdono, tra le lacrime. Il giovane non ha mai lasciato il carcere. Ieri pomeriggio non era presente in aula, mentre in occasione di altre udienze si è presentato al palazzo di giustizia. Ieri ha rinunciato ed è rimasto in carcere. A Termine era stata notificata, durante le indagini, una seconda ordinanza di custodia cautelare, poi annullata, per violenza sessuale. Il secondo provvedimento a carico del giovane era scaturito dalle dichiarazioni rese dalla ragazza che, sentita dagli inquirenti, avrebbe parlato della violenza subita, al cimitero, prima dell'accoltellamento.
Ulteriori indagini hanno chiarito quest'aspetto e il giovane riberese si trova adesso imputato solo per tentato omicidio. Legale di parte civile al processo l'avvocato Giovanni Forte, mentre Termine era difeso dagli avvocati Serafino Mazzotta e Francesco Conti. Il giovane è stato condannato a 7 anni per il tentato omicidio ed a 6 mesi per il porto abusivo di coltello.
Il giudice Miceli ha escluso le aggravanti della premeditazione e della crudeltà e giudicato equivalenti le attenuanti generiche alle altre aggravanti contestate. Entro 90 giorni si conosceranno le motivazioni della sentenza.

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