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Piano paesaggistico, incontro a Sciacca: già pronto il ricorso al Tar

SCIACCA. I Comuni sono pronti al ricorso dinanzi ai giudici amministrativi per fermare il piano paesaggistico. Lo hanno affermato sindaci e tecnici riuniti ieri a Sciacca in occasione di un incontro organizzato dal Nuovo Centrodestra. «Presto la riconvocazione di un tavolo tecnico – ha detto il sindaco di Sciacca, Fabrizio Di Paola – ma, intanto, abbiamo appreso che le osservazioni presentate dal nostro comune nel febbraio 2011 alla Soprintendenza non sono state mai consegnate all’Osservatorio e quindi non ne hanno tenuto conto in quella fase di concertazione.  Erano osservazioni che rappresentavano le ragioni e le vocazioni del Comune di Sciacca». Il tema scelto per l’incontro è stato particolarmente indicativo: “Piano paesaggistico: Opportunità o paralisi per il territorio”. Evidenziata da amministratori e tecnici l’esigenza di far comprendere che in questo piano ci sono “delle cose per nulla condivisibili e che bisogna assolutamente alzare i toni del dibattito per evitare discussioni complesse da superare successivamente”. L’assessore Gaetano Cognata, del Comune di Sciacca, ha sottolineato che “con questo piano si rischia di bloccare la vocazione del territorio”. Da oggi, intanto,  la pubblicazione dei nuovi atti del piano paesaggistico del Comune di Sciacca, dalla quale scattano i nuovi termini per la presentazione delle osservazioni. Tecnici, ma anche cittadini potranno prendere visione delle nuove planimetrie digitali depurate dagli errori formali che la Soprintendenza ha ritrasmesso.  Ignazio Bivona, altro assessore del Comune di Sciacca, nel ribadire la convocazione di un nuovo tavolo tecnico, ha comunicato che le osservazioni passeranno dal consiglio comunale.  Al dibattito anche l’urbanista Ferdinando Trapani che, nella sua disamina, ha distinto il lato pubblico da quello privato. «Si potrebbe attivare una rete dei sindaci con un’azione che interessi lo sviluppo di una intera area – ha detto - mentre l’aspetto dei singoli punti attiene ai privati. Ma bisogna che questi privati, nello loro opposizioni, facciano massa critica – ha aggiunto - e che siano integrati tra di loro. Devono essere inoltre in una condizione di concertazione e di saldatura con le amministrazioni comunali. Infatti, può accadere, come per gli strumenti urbanistici, che l’interesse privatistico non viene preso in considerazione in fase di osservazione/opposizione in quanto portatore di interesse particolare. Quando noi parliamo di piano paesaggistico, stiamo parlando di un processo di costruzione territoriale condiviso di sviluppo sostenibile». G.P.-F.Gr.

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