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Agrigento, al San Giovanni sbloccato l’iter: entro aprile in funzione l’altra Tac

Entrerà in funzione anche la risonanza magnetica la cui mancanza ha provocato proteste e polemiche politiche

AGRIGENTO. «Finalmente, dopo anni che vengono lasciate ferme, siamo riusciti a riattivare la seconda Tac e la risonanza magnetica nell'ospedale San Giovanni di Dio. Queste due importanti tecnologie ospedaliere, da sempre presenti al San Giovanni di Dio ma finora rimaste inutilizzate, saranno fruibili ai pazienti del nostro territorio già nei prossimi giorni. Abbiamo i locali adatti e il personale idoneo». Lo annuncia il commissario ad interim dell'Asp di Agrigento Giuseppe Termine che sin dal giorno del suo insediamento ha messo tra le priorità del suo mandato l'attivazione della seconda Tac e della risonanza magnetica la cui mancanza in quei giorni provocò proteste e polemiche politiche.
La nomina del medico chirurgo Giuseppe Termine all'Asp di Agrigento, decisa dell'assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino in raccordo col governatore Rosario Crocetta, è arrivata lo scorso gennaio dopo la revoca dell'incarico al commissario straordinario Salvatore Messina e dopo un paio di casi che hanno riportato l'ospedale agrigentino alla ribalta delle cronache nazionali sin dai primi giorni del 2014, come quello della giovane neo mamma agrigentina entrata in coma dopo il parto e alla quale non è stato possibile fare la Tac (quella presente era ormai guasta da diverse settimane). Per protestare contro questo presunto caso di malasanità e per esprimere solidarietà alla ragazza è stata anche promossa una fiaccolata nella città dei templi. Oppure il caso della morte di un 65enne favarese che potrebbe essere legata ai ritardi degli esami attraverso la Tac (anche in quella circostanza ancora guasta), secondo quanto sostiene la famiglia dell'uomo in un esposto presentato alla procura della Repubblica di Agrigento.
Adesso - secondo quanto comunica il commissario dell'Asp Giuseppe Termine - il servizio Tac e risonanza magnetica viene di fatto raddoppiato, riuscendo così ad assicurare, dai primi giorni di aprile, le prestazioni in favore degli utenti che potranno essere sottoposti a diagnosi regolari senza più lunghe attese che possano determinare ulteriori aggravamenti delle condizioni di salute dei pazienti come nei casi su cui sono in corso indagini da parte della magistratura.
Soddisfatto della risoluzione del problema il deputato Lillo Firetto componente della commissione Sanità e capogruppo Udc all'Ars, che per l'interruzione del servizio Tac aveva protestato chiedendo all'assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino e al governatore Rosario Crocetta la rimozione dei vecchi vertici dell'Asp.
«Devo riconoscere la prontezza manifestata sul tema dagli attuali vertici dell'Asp. Si garantisce così ad un ospedale provinciale come il San Giovanni di Dio di Agrigento, che ha un largo bacino, un servizio di diagnostica adeguato evitando i disservizi vissuti nello scorso mese di dicembre con la rottura dell'unico impianto di Tac che abbiamo fortemente denunciato. Con l'entrata in funzione della risonanza magnetica - continua Lillo Firetto - si garantisce un indispensabile strumento di diagnostica che ha costretto fino ad oggi tanti ricoverati a dover essere spostati in ambulanza presso altri presidi ospedalieri».

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